Quanto accaduto sulla Marmolada ha fatto scattare un campanello d'allarme importante. Il rischio di slavine e valanghe viene erroneamente considerato solamente nel periodo invernale ma queste possono verificarsi anche d'estate, come ha dimostrato quanto accaduto domenica. I ghiacciai alpini sono diventati una meta turistica di massa e questo, unito alle temperature in risalita, li rende sempre più fragili. La Marmolada dovrebbe servire da monito, perché ci sono altri ghiacciai nel nostro Paese sui quali ora è necessario porre l'attenzione per evitare che si verifichino altre tragedie.
"Tutti i ghiacciai sono in una fase di ritiro e questo è vero soprattutto per quelli che si trovano alle quote più basse, sotto i 3.500 metri, più sensibili all'innalzamento della temperatura", ha detto all'Ansa il glaciologo Massimo Frezzotti, dell'Università Roma Tre. Prendendo in considerazione solo quelli che si trovano al di sotto della quota indicata dall'esperto, nel nostro Paese sono numerosi quelli che potrebbero subire distaccamenti importanti, con gravi conseguenze per gli escursionisti.
Il ghiacciaio che al momento desta maggiori preoccupazioni è quello di Planpincieux, a Courmayeur. Nelle ore immediatamente successive al crollo della Marmolada, le autorità hanno chiuso le strade d'accesso ed evacuato alcuni edifici a causa di violenti temporali che si stavano abbattendo sull'area, aumentando il rischio di distacco. Qui, a essere in pericolo, è una porzione di circa 400mila metri cubi che potrebbe scivolare verso valle e chi si muove fino a un metro al giorno. Nelle ultime ore è stata riaperta la strada della Val Ferret ma il rischio che possano verificarsi crolli resta molto alto. Il ghiacciaio è, comunque, tra i sorvegliati speciali della Valle d'Aosta, insieme a quello sospeso di Whymper alle Grandes Jorasses.
Il più esteso ghiacciaio italiano è quello dell'Adamello che, si trova compreso tra i 3.530 e 2.550 metri. Anche questo è sottoposto a sorveglianza, così come il ghiacciaio della Fradusta, a quota 2.939 metri su una delle vette delle Pale di San Martino. Fra i ghiacciai più fragili delle Alpi italiane, che è anche uno dei più frequentati della Lombardia, c'è quello di Forni, in Valtellina, a circa 3mila metri di quota. Di facile accesso e, quindi, particolarmente suscettibile a distacchi per la bassa quota è il ghiacciaio del Belvedere del Monterosa, che nasce a quota 4.400 per scendere fino a 1.
800 metri e che circa 20 anni fa ha cominciato a dare origine periodicamente a un piccolo lago. Per i glaciologi il Belvedere è uno degli esempi più eloquenti di come stiano accelerando i cambiamenti geologici e idrologici in alcuni ghiacciai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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