"Sarei tranquilla se mia figlia fosse nella scuola dove insegna il professor Scattone, ha espiato la condanna che non prevedeva l’interdizione dai pubblici servizi. Semmai è lui che ora deve prendere posizione, è un problema della sua coscienza". Lo ha detto il ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Stefania Giannini, intervenuta a Trento al primo appuntamento di "Panorama d’Italia".
"Il prof. Scattone, che aveva già insegnato come supplente, ha preso una decisione, come altri, di accettare un incarico". ha aggiunto Giannini che sottolineato, però, di "rispettare le dichiarazioni della madre".
"Il caso Scattone risale a 17 anni fa, il professor Scattone da allora ha insegnato come supplente, e adesso fa parte di graduatorie da cui è stato attinto, la sua è una decisione libera, è un atto volontario aver accettato, lo lascio alla sua coscienza di condannato che ha espiato la sua pena, che non conteneva l’interdizione dai pubblici servizi", ha aggiunto Giannini, spiegando che Scattone "è un professore che ha già insegnato, sfido chiunque a poter mettere un veto".
Quanto alle dichiarazioni della mamma di Marta Russo il ministro ha detto che "in considerazione della dinamica di quel caso e delle relative investigazioni, nel cuore di una madre rimane una lacerazione insanabile, per questo accolgo senz’altro l’appello che ci rivolge, troveremo il modo di ricordare Marta.
Ma non colleghiamo con questa richiesta il tema posto dal ritorno in cattedra di Scattone. Da madre però mi sentirei tranquilla, perché una persona nella vita può commettere cose enormi, può anche non superarle ma può anche arrivare a una piena espiazione e riabilitazione interiore".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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