Giglio, terminate e operazioni di rotazione: la Concordia è tornata verticale

La nave da crociera è naufragata davanti all'isola del Giglio il 13 gennaio del 2012. Terminate le operazioni per riportare lo scafo in piedi: sono durate 22 ore. Al via ieri alle nove, l'operazione di "parbuckling" si è conclusa intorno alle 4

Giglio, terminate e operazioni di rotazione: la Concordia è tornata verticale

Sono terminate intorno alle 4 del mattino le operazioni iniziate ieri all'isola del Giglio per raddrizzare lo scafo della Costa Concordia. La nave da crociera, naufragata il 13 gennaio del 2012, ha subito quella che in gergo tecnico viene chiamata una "operazione di parbuckling".

In 22 ore la rotazione del relitto è stata completata. Molto più delle 12 ore inizialmente previste. "Tutto - ha spiegato Sergio Girotto, responsabile del progetto per la Titan-Micoperi - dipende dal comportamento del relitto". Ma la stima, per un'operazione di portata mai tentata in precedenza, "rimane valida". "L’obiettivo è fare bene. Non ci sentiamo in ritardo, siamo contenti di come le cose stanno andando", ha detto il responsabile del progetto per la Costa Crociere, Franco Porcellacchia. Non ci aspettiamo particolari problemi se ci sarà un peggioramento del meteo, che non influisce così tanto", ha aggiunto Girotto, "Le condizioni meteo e il buio non ci preoccupano".

La Concordia è stata imbragata da 36 cavi di acciaio, con un tiro iniziale di 60 tonnellate, che è cresciuto poi mano a mano che le operazioni procedevano. Dopo circa due ore si sono visti i primi risultati dello spostamento, con l'emergere di una parte di scafo coperta di ruggine, sommersa fino a poco prima.

Perché lo scafo tornisse in piedi i cavi dovevano essere tirati di circa 21 metri (3,5 ogni ora). La nave doveva raddrizzarsi di circa 65 gradi, poi ci ha pensato l'inerzia a rimettere in piedi lo scafo, con l'aiuto del sistema di cavi e contrappesi messo in opera. Dalle 9 alle 18, in 9 ore, si è raddrizzata di 11 gradi (circa 4 metri). il recupero è andato avanti fino all'alba. "Abbiamo avuto un problema e l’abbiamo risolto", dice Franco Gabrielli, Capo dipartimento della Protezione civile. "Andremo avanti ad oltranza per tutta la notte".

La deformazione dello scafo

A monitorare il tutto telecamere subacquee e apparecchiature. Sarà importante controllare l'emissione nell'atmosfera di gas prodotti dalla decomposizione dei materiali organici. Al momento non si sono superati i limiti consentiti. Durante i lavori, ogni ora, si verificheranno anche eventuali forme di inquinamento con prelievi d'acqua.

Durante le operazioni - ha detto Franco Gabrielli in conferenza stampa - si è notata una "significativa deformazione della fiancata di dritta". Un elemento che ha confermato che "l'operazione andava fatta il prima possibile".

I costi

La colossale operazione costerà 600 milioni di euro, una cifra - lo ha ribadito il prefetto Franco Gabrielli - che sarà coperta interamente dalla compagnia di navigazione proprietaria della nave.

Da valutare anche i danni all'ambiente e i costi per ripristinare l'ecosistema dell'isola del Giglio. Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, ha chiesto che "siano totalmente a carico" della Costa.

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