Uccise l'amico in un rito satanico, giovane suicida in carcere

È stato trovato senza vita dentro la cella, Oskar Kozlowski, il giovane polacco appassionato di satanismo che accoltellò il suo vicino di casa lo scorso luglio

Uccise l'amico in un rito satanico, giovane suicida in carcere

Oskar Kozlowski, durante la sera del 27 luglio, aveva ucciso il suo amico, Maxim Zanella, come conclusione del rituale che prevedeva una preghiera a Satana. Per questo motivo il giovane si trovava nella cella del carcere di Bolzano, dove i suoi compagni, lunedì 16 aprile, lo hanno trovato senza vita.

Il rito

All'epoca dei fatti i due amici e vicini di casa si trovavano nell'appartamento della vittima a Brunico. Maxim Zanella aveva 30 anni ed era figlio adottivo del presidente provinciale del Club alpino italiano. Oskar Kozlowski, giovane polacco di 23 anni e reo confesso del delitto, si trovava all'interno dell'abitazione per passare una serata tranquilla con il 30enne.

Nessuno conosceva la lugubre passione di Kozlowski per i riti neri in onore del Diavolo, tanto meno Zanella. Il giovane polacco, però, aveva da tempo pensato a quel giorno unicamente per realizzare il suo sogno, più tardi aveva confessato:"Ho sempre desiderato uccidere in questo modo". Dichiarazione che mise i brividi agli inquirenti.

L'omicida aveva già tutto pronto per quella che doveva essere la sua preghiera a Satana e che doveva finire con un sacrificio: il sangue di una giovane vittima. Aveva convinto l'amico a invocare un demone e Zanella aveva accettato pensando fosse un gioco. Durante il rito avevano acceso una candela e adornato la stanza con teschi e ossa. Questo è stato il palcoscenico in cui è andato in scena l'omicidio del 30enne. Una coltellata al cuore inflitta con violenza è bastata a Kozlowski per compiere la macabra funzione. Nonostante Zanella avesse cercato di difendersi, la furia dell'amico l'aveva sovrastato e il giovane era morto in una pozza di sangue.

Arrivati sul posto gli inquirenti avevano subito pensato alla pista del satanismo e a confermarlo erano stati alcuni post su Facebook del reo confesso in cui erano evidenti immagini di Lucifero, pentacoli e scheletri.

La morte in cella

Oskar Kozlowski, dopo l'omicidio, si era recato al pronto soccorso con una ferita alla mano, confessando l'omicidio. Il 23enne, condotto in caserma subito dopo l'interrogatorio, aveva rivelato ai carabinieri di aver ucciso Maxim con un coltello che aveva poi gettato in un torrente delle campagne di Brunico. Pochi giorni dopo, l'uomo era stato portato nella sua cella per scontare la sua pena.

Lo scorso lunedì i suoi compagni lo hanno trovato in bagno riverso a terra, dopo aver inalato una grossa

quantità di gas. A nulla sono servite le manovre dei detenuti per rianimarlo. Il giovane aveva espresso più volte il desiderio di togliersi la vita anche se, dopo qualche mese in carcere, si era avvivinato alla fede cattolica.

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