Dpcm, Conte contro il Trentino: "Bar e ristoranti aperti? Adeguatevi subito"

Impugnata l'ordinanza del governatore Maurizio Fugatti che prevedeva bar aperti fino alle ore 20 e ristoranti alle 22. "Noi crediamo che la nostra sia un’ordinanza legittima anche perché suffragata da basi solide e scientifiche sotto l'aspetto sanitario"

Dpcm, Conte contro il Trentino: "Bar e ristoranti aperti? Adeguatevi subito"

È scontro fra il governo italiano e Trento sul Dpcm. Come riporta il quotidiano L'Adige, il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia ha trasmesso la richiesta di impugnativa per i provvedimenti adottati della Provincia autonoma di Trento. Il medesimo provvedimento - dichiara il ministro in una nota - sarà attivato per tutte le Regioni e le Province autonome che decideranno di aggirare le disposizioni del dpcm. È in corso di valutazione l’ordinanza della Provincia autonoma di Bolzano. In Trentino, infatti, come in Alto Adige, secondo l'ordinanza firmata dal presidente Maurizio Fugatti, l’attività dei pubblici esercizi può essere svolta tra le ore 5.00 e le ore 20.00, mentre i ristoranti possono rimanere aperti fino alle ore 22.00.

Dalle ore 18 la somministrazione di cibi e bevande può avvenire solamente al tavolo, con posti assegnati ed un massimo di 4 persone per tavolo, eccezion fatta per i familiari conviventi. Vi sarà, inoltre, il divieto tassativo di consumazione in piedi, sia nei pressi dei locali, sia sul suolo pubblico. Tra le ore 23 e le ore 5, gli spostamenti al di fuori del proprio domicilio saranno possibili solo con autocertificazione e per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Inoltre, anche durante il resto della giornata, viene fortemente raccomandato di ridurre al minimo indispensabile tutti gli altri spostamenti e gli incontri con persone non conviventi. Tra le altre misure adottate, rispetto al Dpcm di Conte, niente didattica a distanza per i ragazzi delle scuole superiori, e possibile apertura degli impianti di sci.

Dpcm, è scontro fra Trento e Roma

Una via trentina al semi-lockdown imposto dal governo Conte che il ministro Boccia ha deciso dunque di impugnare, dando il via a uno scontro istituzionale fra Trento e Roma. Come dichiara in una nota inviata all'Ansa il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, "non possiamo che prendere atto della decisione del governo, ora spetterà alle autorità competenti stabilire la legittimità o meno del provvedimento. Noi crediamo che la nostra sia un’ordinanza legittima anche perché suffragata da basi solide e scientifiche sotto l’aspetto sanitario perché approvata dalla nostra Azienda sanitaria". Conseguentemente, prosegue Fugatti, "crediamo che questa sia anche un’azione lesiva verso il nostro territorio, nel senso che il Trentino i propri pazienti si li è curato da solo nel periodo difficile della pandemia, siamo stati in grado di uscirne e abbiamo fatto anche delle operazioni innovative nell’ambito sanitario in queste ultime settimane. Quindi, vedere questa prevaricazione crediamo sia sbagliato nei confronti del territorio trentino".

Duro anche l'assessore provinciale Mirko Bisesti, che attacca: "Conte impone la stessa ricetta per tutto il Paese. Non sono ammesse differenze. Ecco il governo Pd - Movimento 5 stelle".

Bisesti sottolinea che quello giallo-rosso è "un governo nemico del Trentino e dell'autonomia. Le decisioni adottate in Trentino, lo dobbiamo ribadire, sono frutto del dialogo costante con i nostri esperti del comitato medico-scientifico".

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