Il governo scarica De Falco

La risposta del ministero all'interrogazione del Pd sul declassamento del capitano: "Non si prevede di riportarlo al suo vecchio ruolo"

Il capitano Gregorio De Falco al porto dell'Isola del Giglio
Il capitano Gregorio De Falco al porto dell'Isola del Giglio

Gregorio De Falco resta al suo posto. "Al momento non si prevede di riportarlo al suo vecchio ruolo": il governo se ne lava le mani e risponde così all’interrogazione del deputato del Pd Federico Gelli presentata dopo lo spostamento dell’ufficiale che, nel frattempo, ha presentato un ricorso al Tar. Il comandante era a capo del settore operativo della Capitaneria di porto di Livorno nella notte del naufragio della Costa Concordia ed è stato recentemente destinato a capo dell’ufficio studi della direzione marittima della città toscana. Un posto che non ha gradito, denunciando una sorta di declassamento.

Nella risposta del ministero competente all’interrogazione presentata si sottolinea non solo che "non si può che riconoscere pari dignità e rilevanza tanto agli incarichi operativi quanti ai compiti di carattere amministrativo", ma anche il fatto che nel 2011 lo stesso De Falco "tra gli incarichi ai quali indica aspirare colloca anche quello di capo ufficio studi di direzione marittima: proprio l’incarico amministrativo oggi assegnatogli benché riferito allora alla sede di Genova. Il mantenimento dell’ufficiale nella sede di Livorno è stato determinato anche dall’esigenza di assicurare all’amministrazione della giustizia la possibilità di continuare ad avvalersi del contributo del comandante De Falco nelle attività di inchiesta successive al sinistro Concordia".

Al tempo della denuncia del comandante, la politica si era mossa a favore dell'uomo del "Torni a bordo" intimato al comandante Francesco Schettino durante il naufragio della Concordia. "De Falco ha gestito in prima persona nella notte tra il 13 e il 14 gennaio le fasi cruciali dei soccorsi dopo il naufragio della nave all'Isola del Giglio ed ha ricevuto per questo anche l'encomio solenne della Marina Militare. Sui mezzi di informazione di tutto il mondo è diventato il simbolo dell'Italia che prova a dare un'immagine diversa rispetto ad un disastro del genere. Questa rimozione, per la quale il comandante si sarebbe detto amareggiato, merita gli opportuni chiarimenti pubblici, anche per fugare eventuali sospetti che la possano collegare allo svolgimento del processo di Grosseto", aveva lamentato il deputato democratico Gelli.

"Premesso che i militari devono obbedire agli ordini dei superiori e che i trasferimenti fanno parte della normale vita di chi svolge questo tipo di attività, sorprende la decisione di trasferire a incarichi amministrativi il capitano", gli aveva fatto eco Maurizio Gasparri.

538em;"> "Le interrogazioni parlamentari che mi sostengono sono per me inaspettate ma vanno nella giusta direzione di fare chiarezza su questa vicenda, quello che mi è capitato mi amareggia ed è l'ultimo tassello di un percorso che parte da lontano e che riguarda tutta la sezione operativa che dopo la notte della Concordia è stata tenuta costantemente ai margini di qualunque ricorrenza o celebrazione", aveva spiegato il comandante. Che, almeno per il governo, resta al suo posto.

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