Il Grande Fratello dell'alpinismo: in 2 chiusi nella camera che simula gli 8mila

Simone Moro e Tamara Lunger rimarranno per un mese chiusi in una camera ipobarica, che simula le condizioni in alta quota. Poi tenteranno la scalatta di due Ottomila

Il Grande Fratello dell'alpinismo: in 2 chiusi nella camera che simula gli 8mila

Per un mese resteranno chiusi in una camera ipobarica, che simula l'alta quota e le situazioni estreme che si possono trovare sulle cime himalayane. Qualche giorno fa è iniziato il Grande Fratello degli Ottomila. Protagonisti i due alpinisti Simone Moro e Tamara Lunger. Si tratta di uno studio scientifico, volto a "monitorare l'acclimatamento prima della nostra partenza".

L'impresa

L'obiettivo della spedizione è riproporre l'avventura compiuta da Reinhold Messner e Hans Kammerlander nel 1984. In quell'occasione, i due alpinisti realizzarono la prima salita e traversata di due cime, superiori agli 8mila metri: il Gasherbrum I (8.068m) e il Gasherbrum II (8.035m). Ora, dopo 35 anni da quell'impresa, Simone Moro e Tamara Lunger intendono fare lo stesso, ma affrontando la scalata in inverno, la stagione più dura. "Nessuno in tutti questi anni ha mai ripetuto questa traversata, neppure d’estate", ha spiegato Moro in un lungo post su Facebook. Il progetto di salita sarà diviso in due tempi: inizialmente, i due alpinisti proveranno a scalare il Gasherbrum I, poi si concentreranno sull'ascesa del Gasherbrum II, "partendo direttamente dal colle che separa le due cime".

Il pre-acclimatamento

Per prepararsi all'alta quota che dovranno affrontare, Simone e Tamara hanno deciso di ricorrere alla camera ipobarica TerraXcube, che si trova nel polo tecnologico di Bolzano. Come ricorda il Corriere della Sera, TerraXcube può raggiungere temperature dai -40° ai +60° e la pressione e la concentrazione dell'ossigeno possono essere regolate: in questo modo si possono simulare le condizioni che gli alpinisti incontretanno a 8mila metri. Per un mese, i due scalatori rimarranno rinchisi in quella stanza, mentre i ricercatori di Eurac Researc continueranno a monitorare l'acclimatamento, permettendo ai due alpinisti di simulare un allenamento simile a quello che si fa sulle cime himalayane, passando dal campo base a quelli a quote più alte.

Gli studiosi terranno sotto controllo il cuore, le funzioni respiratorie e cognitive sia durante il pre-acclimatamento, sia al ritorno dalla scalata: "Questa informazione sarà preziosa per tutto l’ambiente alpinistico e per le attività sportive che hanno a che fare con la quota e le attività in ipossia", ha spiegato Moro.

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