Ormai è certo che dal 15 ottobre sarà necessario avere il Green pass per accedere al proprio posto di lavoro. Tutti i lavoratori dovranno infatti dimostrare di essere vaccinati, di essere guariti dal Covid, oppure di avere un tampone negativo. Questo obbligo potrebbe portare presto ad abbandonare alcune restrizioni ancora vigenti. Sembra infatti che il governo voglia estendere il modello scuola anche agli uffici pubblici. Nelle classi basta che vi sia una adeguata aerazione e che venga indossata la mascherina.
Cosa ne pensano i tecnici
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, verrà richiesto un parere al Comitato tecnico scientifico con il fine di delineare le modalità operative per concretizzare al meglio il rientro. Il governo vuole definire un protocollo del dipartimento della funzione pubblica in accordo con il Comitato tecnico scientifico. Dario Franceschini, ministro della Cultura, ha spiegato che dal 1° ottobre le regole per cinema e teatri potrebbero cambiare, le sale potrebbero tornare a essere piene o almeno potrebbe esserne aumentata la capienza, sempre in seguito a una intesa con il Cts. I tecnici però non sembrano del tutto convinti. Fabio Ciciliano, uno dei componenti del Comitato, ha tenuto a sottolineare che“al momento, anche con il Green pass, non è prevista alcuna deroga né per l'uso delle mascherine né sul distanziamento”.
Sempre Ciciliano ha precisato che ancora non è stato chiesto loro un parere sull’argomento e che comunque a decidere in merito alla capienza degli uffici sono i medici aziendali. Un chiaro riferimento ai privati e al protocollo che era stato sottoscritto lo scorso aprile dal governo con associazioni di categoria e parti sociali. Pietro Antonio Patanè, presidente dell'Anma, l'associazione dei medici aziendali, ha spiegato che “quel protocollo resta in vigore anche con il Green pass. Poi, magari, dato che ogni azienda prepara un suo protocollo interno a seconda degli spazi a disposizione, delle finestre e del ricircolo d'aria, con il pass si può fare diversamente. Ma non è detto”. E comunque, almeno per il momento, per i privati non vi è nessun cambiamento. Per gli statali invece il cambio di soluzione potrebbe essere più vicino. Infatti, se nelle aziende private lo smart-working continuerà fino alla fine dell’anno, ovvero fino al termine dell’emergenza, negli uffici pubblici la misura verrà modificata molto prima.
Come cambia lo smart-working nella Pa
Su proposta del ministro per la pubblica amministrazione Renato Brunetta il premier Draghi firmerà un decreto che riporterà il lavoro in presenza a “modalità ordinaria”. Forse nello stesso Dpcm, o poco dopo, verrà data una scansione precisa per il rientro al lavoro delle varie categorie dei dipendenti pubblici. Si comincerà con i dipendenti che lavorano agli sportelli, noti anche come front office. Subito dopo sarà la volta del back office, i colleghi che lavorano le pratiche raccolte agli sportelli. In seguito rientreranno al lavoro i dipendenti delle agenzie fiscali, dell'Inps, dei ministeri e infine i dipendenti comunali e regionali. Durante questo tempo l’Aran dovrà provvedere ad arrivare alla firma del nuovo contratto con gli statali. Dal prossimo gennaio il lavoro agile sarà regolamentato così da avere regole chiare. Secondo quanto asserito da Brunetta lo smart-working nella Pubblica amministrazione non sarà più un “lavoro a domicilio” ma ibrido. In parte in presenza e in parte da remoto, come già avviene nelle aziende private. Per questo motivo sarà necessario un accordo individuale tra il datore di lavoro e il dipendente.
Nel contratto verrà disciplinato anche il diritto alla disconnessione, il diritto dei lavoratori di disconnettersi dal lavoro e di non ricevere o rispondere a qualsiasi e-mail, chiamata, o messaggio al di fuori del normale orario di lavoro. Percorso più lento per quanto riguarda i privati, dove un numero di industriali vorrebbe invece accelerare l’aggiornamento dei protocolli di sicurezza per velocizzare il rientro.
Il ministro del lavoro, Andrea Orlando, si augura che sullo smart-working imprese e sindacati riescano ad arrivare a un accordo quadro, in modo da regolamentarlo prima della fine dell'anno. In caso contrario toccherà al governo intervenire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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