"Ha battuto la testa". La mossa di Benno per farla franca

La perizia psichiatrica, i vestiti e l'arma del delitto: i punti ancora oscuri su Benno Neumair all'indomani del ritrovamento del corpo di Peter nell'Adige

"Ha battuto la testa". La mossa di Benno per farla franca

Benno Neumair punterà sull’infermità per la sua difesa? All’indomani del ritrovamento del corpo di Peter Neumair nell’Adige, a “Quarto Grado” si è parlato dei punti ancora oscuri relativi all’omicidio di Bolzano.

Per Benno, figlio di Peter e Laura Perselli che ha confessato l’assassinio, è stata disposta una perizia psichiatrica. Il giovane è stato già sottoposto a diversi test come quello per il quoziente intellettivo e il test di Rorschach. Pare che Benno, mentre si allenava in passato, abbia battuto la testa in due occasioni: gli inquirenti cercheranno di capire se questo ha influito in ciò che è accaduto. Le prove neuropsichiatriche però, come detto in trasmissione, potrebbero avere un valore relativo: non lo ebbero nel caso di Annamaria Franzoni e neppure per il serial killer Gianfranco Stevanin.

Tra i punti oscuri ancora da chiarire nella vicenda ci sono degli oggetti mai ritrovati e di cui benno ha parlato: la presunta arma del delitto e dei vestiti che avrebbe indossato in quel momento. In particolare gli inquirenti devono capire cosa sia accaduto dopo che Benno si è liberato dei corpi dei genitori. Il giovane afferma di essere stato due o tre ore sul Renon con il cane della nonna e di essersi fatto uno spinello: cosa è accaduto in quel tempo?

Inoltre Benno ha dato alla sua conoscente Martina dei vestiti, chiedendo di levarglieli, dopo essersi fatto una doccia a casa di lei. Martina ha consegnato quegli abiti ai carabinieri dopo qualche giorno dopo il sopralluogo nella sua abitazione, e gli inquirenti hanno notato che emanavano un forte odore di detersivo, come fossero stati lavati a lungo o più volte: i vestiti sono oggi completamente puliti.

Gli inquirenti sono portati a credere che Martina non sapesse che quegli abiti erano stati usati per il delitto, tanto che Benno ha parlato di altri vestiti: un gilet rosso in pile e dei pantaloni a scacchi blu o verdi. Il gilet è stato ritrovato, ma non i pantaloni. Inoltre perché far lavare a Martina dei vestiti non utilizzati per il delitto e poi rifiutarli due volte dopo che erano puliti e Martina cercava di restituirglieli?

Per quanto riguarda l’arma del delitto, Benno ha parlato di una corda da arrampicata che avrebbe utilizzato per uccidere i genitori. La corda che gli inquirenti stanno analizzando contiene tracce di Dna con un profilo femminile: potrebbe essere quello di Laura, ma è troppo scarso dal punto di vista della quantità per permettere di capire se si sia davvero trattato dell’arma del delitto.

Intanto c’è anche un mistero collaterale: un sensitivo tedesco, Michael Schneider, segnalò un mese fa e poi il giorno del ritrovamento il luogo in cui gli inquirenti avrebbero potuto trovare il corpo di Peter. Il sensitivo aveva indicato anche dove trovare il cadavere di Laura.

Il 28 aprile, il giorno dopo il ritrovamento del padre, la figlia Madè ha scritto una lettera toccante, che esordisce con: “Sarebbe semplice dire che ieri si sia solo chiuso un cerchio”. Madè sembra quasi citare i primi versi de “I Sepolcri” di Ugo Foscolo, scrivendo che ora ci sarà un rito e una tomba in cui i genitori possano riposare in pace, e in cui si potrà recuperare “un po’ di quella spiritualità andata perduta sotto le macerie della violenza, delle indagini, dell’incertezza e della paura”. Madè immagina e ricorda il padre e la madre nei momenti di tenerezza e amore che si scambiavano, nelle loro abitudini, nel loro essere pieni di vita, ma accenna anche al fratello Benno.

Per chi sta dietro le sbarre - scrive - pare sia un sollievo sapere che una delle innumerevoli menzogne per una volta, quando ormai tutto è perduto, quando ormai tutto è scontato, risulti veritiera”.

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