I garage e gli scantinati dove nascono gli jihadisti

Jihadisti della porta accanto, tutte “culle” della propaganda jihadista. Da Nord a Sud ecco dove si riuniscono i "lupi solitari" che inneggiano alla jihad

I garage e gli scantinati dove nascono gli jihadisti

Vivono,lavorano e hanno regolare permesso di soggiorno nel nostro Paese. Magari sono gli stessi che incontrate la mattina mentre accompagnate i vostri figli a scuola. Da Nord a Sud dell’Italia sono più di quanto pensiate i possibili jihadisti che si muovono silenziosi fra noi. Non tutti, ovvio. Ma alcuni purtroppo, si.

E sono tenuti sotto controllo dagli agenti dell’antiterrorismo, soprattutto sul web. Appena la persona controllata dai servizi segreti, scarica dalla rete sermoni attinenti alla jihad, video inneggianti al terrorismo o di punto in bianco prenota un viaggio per il Medio Oriente, (che sia per la Siria o la Turchia non fa differenza), scattano le misure preventive e i controlli si fanno più serrati.

Polizia e Carabinieri hanno fissato una serie di “elementi oggettivi” che fanno scattare lo status di sospetto. Tra questi il più forte è certamente il progetto di partenze, anche con la famiglia. Il web ormai è diventato il centro dei movimenti jihadisti, soprattutto per la loro propaganda rivoluzionaria. Ma, a differenza di quello che si crede, non è la moschea il luogo privilegiato degli incontri tra presunti terroristi. Il luogo segreto della jihad islamica sono i garage. Scantinati e vecchie cantine sono le vere “culle” della propaganda jihadista.

Ovviamente su nomi e identikit vige grande riserbo, questo per non bruciare i legami che potrebbero poi tornare utili per ulteriori indagini. La maggior parte di questi "moderni carbonari della jihad" non è composta da imam o predicatori, ma persone comuni lontano dai riflettori, libere di operare sottotraccia. Sono quelli che in molti definiscono “lupi solitari”. Persone che vivono in Italia da oltre dieci anni e poi all’improvviso decidono di condividere l’ideologia e l’orgoglio dell’estremismo islamico e quindi diventare servi dell’Isis.

Per molti di loro infatti la lotta armata diventa una via di riscatto personale. Nelle nostre città si mantengono nella maggior parte dei casi con lavori umili e sottopagati. Rischiare la propria vita per il loro credo, li fa sperare per una vita migliore, lontana dai problemi quotidiani. Soprattutto coloro i quali non sono riusciti ad integrarsi o ad avere un lavoro dignitoso.

Per la propaganda ma anche per creare degli incontri, il web rappresenta in questo contesto di terrorismo molecolare, un “non luogo” dove l’incitamento e l’esaltazione delle

proprie ideologie ha ampio spazio. E chissà quanti altri si muovono ancora più sottotraccia. Aumentano sempre di più queste cellule jihadiste. Dati emersi grazie anche alle attività investigative di polizia, 007 e carabinieri.

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