I lauti compensi della Regione Toscana, terra del premier Renzi

Il mandato del presidente Enrico Rossi e della sua giunta costerà 8 milioni e mezzo di euro. Tra figli e nipoti d'arte, ex assessori e dirigenti di Provincia, tutto fa brodo

I lauti compensi della Regione Toscana, terra del premier Renzi

La nuova giunta regionale capitanata dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, targata Pd, avrà costi e compensi da record. Proprio nel cuore della centralissima Firenze dove ha sede la Regione, le porte si aprono a figli e nipoti d'arte, amici di amici e parenti, persone viste e riviste.

C'è Tommaso Braccesi, sindaco di Cutigliano per dinastia: prima di lui, anche il padre (già consigliere regionale) e il nonno, anche senatore, hanno retto il piccolo Comune sulla montagna pistoiese. A capo segreteria organizzativa degli assessori della giunta regionale, ci sono anche funzionari pubblici: è il caso di Luca Lischi, già capo di gabinetto in Provincia a Livorno. Nella nomenclatura regionale, per il Rossi bis sono pochi i volti nuovi. E quelli in ascesa, nelle segreterie degli assessori o fra i consulenti del governatore, arrivano dalle campagne elettorali. Con compensi - di legge - che oscillano fra i 60mila e i 110mila euro l’anno. Lordi, però. “Oneri riflessi” compresi.

L’ufficio di gabinetto del governatore Enrico Rossi - fra consiglieri, consulenti, personale assegnato e responsabile storico - in un anno costa circa 750mila euro lordi, oneri compresi. In un mandato, sono tre milioni e mezzo. Con i compensi dei capi segreteria degli assessori, sono altri cinque milioni nel quinquennio. Alla fine del mandato, il dato complessivo è di otto milioni e mezzo di incarichi.

Una cifra che di sicuro non lascia i differenti.

Rossi, ad esempio, non ha nascosto, dall’inizio della legislatura, di voler nominare 6 consiglieri per l’ufficio di presidenza. Cinque li ha già scelti. Due sono esperti, tre giovani della campagna elettorale. Per tutti, lo stesso compenso: 59mila euro lordi. Tra questi, le new entry sono: Antonio Cannata, Federico Bogazzi e Isa Garosi. Cannetta, con Susanna Cressati (ex responsabile della comunicazione regionale) ha curato l’ufficio stampa del governatore in campagna elettorale. È stato anche direttore di Novaradio e ha esperienza di comunicazione sociale. Bogazzi è un giornalista radiofonico di Carrara con una lunga esperienza a Radio Popolare a Roma e Milano; infine Isa Garosi è stata anche assessore alle pari opportunità e sociale a Buti, in provincia di Pisa. Per tutti e tre, l’impegno nello staff di Rossi «sarà nell’elaborazione di strategie di comunicazione politica legate al ruolo crescente che la Toscana dovrà assumere in ambito europeo. Le strategie dovranno riguardare progetti comunitari specifici di ampio respiro, che attengono al mandato del presidente e che nulla hanno a che vedere con la comunicazione dell’attività amministrativa della Regione, già svolta con grande efficienza dall’ufficio stampa esistente».

I sei consiglieri, insieme a dipendenti a tempo determinato e a dipendenti della regione, oltre a Ledo Gori, storico braccio destro di Rossi, fanno parte dell’ufficio di gabinetto del governatore: si tratta di uno staff di 13 persone.

Anche gli assessori, in base alla legge 1 del 2009, hanno diritto a collaboratori di fiducia. Le prime nomine - i capi segreteria - sono già state deliberate dalla giunta. E per non fare torto a nessuno, uguale compenso: 111.195 euro lordi, compresa tredicesima. Lo stipendio lordo è sotto i 90mila euro l’anno, ma poi con gli oneri sale. Unica eccezione vale per Marco Brintazzoli, confermato capo della segreteria della vice presidente Stefania Saccardi, che ha le deleghe a sanità e sociale: per lui il compenso è quello che percepisce nell’azienda di cui è dipendente, la Asl 10 di Firenze. Per gli altri vale la regola dei 111mila euro.

Insomma, un gran lavoro per far crescere il ruolo della Regione Toscana in Europa, che richiede la

presenza di molti e con lauti stipendi vista la mission che si vuole raggiungere. E mentre molti italiani tirano a campare, la Regione del Premier Matteo Renzi tenta di dare il "buon esempio" con costi e compensi da capogiro.

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