"Voleva suicidarsi e per questo ha acquistato la pistola". Sarebbe questa la tesi dei legali di Fabio Di Lello che è accusato di omicidio premeditato per la morte di Italo D'Elisa. È infatti cominciato presso la Corte d'Assise il processo a carico del panettiere abruzzese. E così Giovanni Cerella, uno dei legali, ha aggiunto un tassello alla strategia difensiva per far cadere l'accusa della premeditazione. Secondo i legali l'acquisto della pistola aveva un fine: il suicidio dello stesso di Lello. E fuori dal tribunale di Lanciano, ha parlato anche l'altro avvocato difensore, Pierpaolo Andreoni: "Di Lello lo avete visto oggi è un ragazzo provato, sofferente. È ingrassato 30 chili. Un percorso di grave sofferenza psicologica il suo. Non sempre ha momenti di contatto con realtà e vive nella sua immagine, nel suo mondo. Noi lo dobbiamo difendere". Gli avvocati di fatto sarebbero pronti anche a chiedere una perizia psichiatrica sull'imputato. "Andava al cimitero ogni giorno, fino a sera. Pensava sempre alla sua signora.
Per questo ha preso la pistola - hanno ribadito gli avvocati - per eliminare se stesso e per questo motivo dovrebbe essere tolta la premeditazione. Non è stata vendetta lucida per l'investimento mortale della moglie Roberta".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.