L'unica persona che corre più velocemente delle notizie, tanto da rimanere al centro di una nuova polemica persino prima che la vecchia sia esaurita, è Vittorio Sgarbi. Non è ancora uscito dalla vicenda che lo vede accusato di aver ricevuto compensi esterni durante il mandato di Sottosegretario, ed ecco che Patrizia Mirigliani, patron di «Miss Italia», gli revoca la presidenza della giuria del concorso più amato dagli italiani (anche se, magari, un po' meno dalle italiane: l'umiliazione della donna, il mercato delle carni, «oltre l'aspetto fisico c'è di più» e quelle cazzate lì).
Conosciamo Vittorio Sgarbi da quando noi avevamo trent'anni e lui solo cinque o seicento querele. E una cosa l'abbiamo capita (noi, lui no): che è assolutamente inadatto a qualsiasi incarico istituzionale. Ogni volta che entra in un ministero, un museo, un assessorato... inevitabilmente il leggendario «effetto Sgarbi», nel senso che è solo una leggenda, risulta controproducente. Per l'ente pubblico e per se stesso. Non amando le regole, alieno da qualsiasi compromesso, negato alla burocrazia, non fa bene alle istituzioni, e le istituzioni non fanno bene a lui: gli tirano fuori il peggio.
Vittorio Sgarbi, semmai, è portato, carnalmente e spiritualmente, alla Bellezza.
Nessuno ama quanto lui le meraviglie dell'Italia e le sue donne: le Madonne e le Maddalene. Le riconosce a occhio, ne apprezza ogni dettaglio, le sa esaltare al meglio.Toglietegli tutto (gli fate anche un favore). Ma non «Miss Italia».
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