I jihadisti? Da rinchiudere e isolare dal resto del mondo. E in quale carcere italiano più solitario se non in quello che dal 1998 giace inerme sull'Isola dell'Asinara e che in passato ha rinserrato tra le proprie mura noti boss della mafia e diversi terroristi delle Brigate Rosse?
A lanciare la proposta, che in Sardegna fa già discutere, Donato Capece, segretario del Sappe, Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria. "Occorre una risposta forte e decisa da parte dello Stato - ha dichiarato Capece - non bisogna essere buonisti ma agire con pugno di ferro verso persone irrecuperabili e che, espiata la pena, torneranno a commettere gli stessi reati per i quali sono stati condannati. Lo Stato non deve cedere".
L'idea di riaprire le sbarre dell'Asinara, chiuse in faccia a criminali come Totò Riina o Raffaele Cutolo, ma anche ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per motivi di sicurezza personale, sta dividendo l'opinione pubblica sarda, interpellata dal quotidiano locale La Nuova Sardegna attraverso un sondaggio online: l'Alcatraz d'Italia deve essere rimesso in funzione oppure no? Il segretario del Sappe (che suggerisce anche Pianosa, nell'Arcipelago Toscano, come papabile luogo di reclusione per i fanatici dell'Isis) non ha dubbi: "Il rischio che i detenuti islamisti facciano proselitismo va scongiurato.
La sezione speciale del carcere di Rossano (in provincia di Cosenza, ndr) garantisce l'isolamento ma non esclude del tutto la possibilità di contatti, cosa che invece sarebbe impossibile all'Asinara". Da dove soltanto il bandito Matteo Boe riuscì a fuggire a bordo di un canotto nel 1986. L'unico evaso in 112 anni di storia del fortino sardo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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