I topi della Capitale simbolo di uno Stato capace solo di tassare

Individuati i candidati, c'è da augurarsi ora che la campagna elettorale per l'elezione dei sindaci di Milanoe di Roma si svolga sui problemi e sul futuro delle due città e non sulla personalità e la collocazione politica dei due candidati sindaci

I topi della Capitale simbolo di uno Stato capace solo di tassare

Individuati i candidati, c'è da augurarsi ora che la campagna elettorale per l'elezione dei sindaci di Milano e di Roma si svolga sui problemi e sul futuro delle due città e non sulla personalità e la collocazione politica dei due candidati sindaci. Roma, invasa dai topi e impraticabile per le molte buche che ne costellano le strade, è un vergognoso esempio del degrado cui è pervenuta la cosa pubblica malgrado l'elevata fiscalità che dovrebbe fornire i mezzi idonei a farne un esempio di efficienza. Il caso di Roma è emblematico del divario fra una tassazione troppo elevata e persecutoria, che riduce i cittadini a sudditi e penalizza lo sviluppo economico, impedendo la crescita, e le disastrate condizioni in cui versa il Paese. Si prelevano troppi soldi dalle sue tasche e contemporaneamente, si fa troppo poco per migliorarne le condizioni. Dove finiscono tutti i soldi che lo Stato, e in generale la Pubblica amministrazione, prelevano con le tasse? Se servono solo a pagare l'immensa macchina burocratica che è diventato lo Stato moderno, allora è il momento di intervenire. La burocrazia pubblica non può essere il succedaneo dello sviluppo economico e produrre occupazione. Il governo Renzi ne ha promesso la riforma. Ma finora non ha fatto niente per trasformare la promessa in un programma di interventi che eliminino le molte sacche di parassitismo che appesantiscono lo Stato e gli impediscono di essere davvero al servizio dei cittadini. Questo governo è nato all'insegna della rottamazione di quelli che lo hanno preceduto e della classe politica che li aveva amministrati. Se Renzi non vuole passare per un parolaio e un cialtrone, la brutta copia dei suoi predecessori, metta in moto la riforma che ha promesso e razionalizzi e modernizzi lo Stato a tutti i livelli. Le elezioni amministrative possono esserne l'occasione. Se non la si coglie, anche i nuovi sindaci faranno la fine di quelli passati. Un brutto esempio di spreco di risorse mal compensato da una fiscalità fuori controllo. Se vuole dare l' esempio, il governo incominci con eliminare la brutta e inquietante, espressione che accompagna ogni progetto di spesa: manca la copertura finanziaria... le nuove tasse serviranno alla bisogna. La copertura finanziaria della spesa pubblica, in uno Stato che funzioni, dovrebbe fornirla la tassazione ordinaria. Se non lo fa, vuol dire che tutti quei soldi prelevati dalle tasche dei cittadini finiscono solo nel sostegno di una pubblica amministrazione che brucia risorse senza costrutto. Una burocrazia che - secondo l'insegnamento di Max Weber - alimenta se stessa e che non si ha né la forza, né la volontà di riformare è un peso tropo oneroso per uno Stato come il nostro.

Renzi ha la grande occasione di passare alla storia non solo per avere promesso, ma per avere realizzato la modernizzazione della Pubblica amministrazione. Lo faccia, si dia da fare, lo faccia se non vuole passare solo per un parolaio e un cialtrone.

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