È la cordata Arcelor Mittal-Marcegaglia ad aggiudicarsi la gara per l'Ilva. Non c'è ancora l'ufficialità ma l'offerta è di poco inferiore ai 2 miliardi. Mittal Si aggiudica così la partita tutta indiana. La posta in gioco? L'acciaio italiano, europeo (l'Ilva è l'acciaieria più grande d'Europa e una importante fetta di mercato.
Il Gruppo alla testa della cordata nelle cui mani finiranno anche l'ambiente e la salute dei cittadini di Taranto è composta da Marcegaglia e Banca Intesa ed ha prevalso sugli avversari di Jindal South West Steel (alleati con Arvedi, Cassa depositi e Prestiti e la holding finanziaria del Gruppo Del Vecchio). Due milioni di euro offerti (con una consistente distanza dagli avversari secondo alcune voci) e due piani, quello ambientale e quello industriale ritenuti più convincenti dai commissari governativi dello stabilimento siderurgico.
I tre commissari straordinari Piero Gnudi, Enrico Laghi, Enrico Carrubba, hanno consegnato al ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, che decidderà, la graduatoria delle offerte. Calenda ha convocato martedì prossimo al Mise i sindacati dei metalmeccanici (Fiom, Fim e Uilm) e quelli confederali (Cgil, Cisl e Uil) per indicare la scelta finale.
Il contratto d'acquisto sará valido da qui a un mese fra 30 giorni, ma un'insidia è in agguato.
L'acquisto dell'Ilva potrebbe far superare il tetto del 40 per cento di quote dell 'industria siderurgia oltre il quale interverrebbe l'antitrust europeo che certamente attiverà la sua lenye d'ingrandimento. Arcelor però rassicura anche se, qualora finisse nel mirino antitrust dovrebbe vendere alcuni siti industriali del continente.
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