Il piano di interventi di risanamento per gli impianti dell'area a caldo dell'Ilva è stato depositato oggi alla Procura della repubblica di Taranto da Bruno Ferrante, presidente della società.
Ieri l'ordine di spegnere una parte degli impianti. E oggi la notizia che nel piano è compresa la copertura dei depositi di minerali, tra le prime fonti d'inquinamento. Prima si dovrà però ridurre del 20 per cento la giacenza media dei materiali. Il piano dell'acciaieria dovrebbe portare a una riduzione delle polveri tra il 70% e il 90%.
Renato Balduzzi, ministro della Salute, ha parlato nel frattempo dei dati emersi nei giorni scorsi, che parlavano di un aumento della mortalità nell'area tra il 1995 e il 2002. Il ministro ha negato che il fatto costituisca una novità, sottolineando che "il 12 ottobre saranno presentati i dati elaborati dall'Istituto superiore di sanità (Iss), relativi a monitoraggi ambientali, biologici ed epidemiologici".
Il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha sottolineato che, per completare il piano di risanamento dell'Ilva "ci vorranno tre o quattro anni", necessari per aggiornare "i sistemi di produzione, le tecnologie per alcuni impianti che sono molto complessi, richiedono interventi tecnologici e gestionali che si possono completare nel giro di qualche anno, per altri versi c’è il rischio emergente legato alla diffusione delle polveri dal parco delle materie prime che dovrà sicuramente essere adattato e ristrutturato in maniera tale da ridurre se non addirittura azzerare lo spolverio".
La Camera approva il Dl sulla bonifica
Dopo il sì da parte della
Camera, a larghissima maggioranza, il ddl di conversione in legge del creto per la bonifica ambientale e il risanamento dell'area Ilva passerà al Senato per l'approvazione definitiva. Voto contro solo dalle fila della Lega.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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