Al termine di un Consiglio dei ministri fiume, durato oltre sei ore, il governo ha dato il via libera al decreto "salva Ilva". Il premier Mario Monti ha espresso la necessità di "conciliare la tutela della occupazione e dell'ambiente col rispetto della magistratura per evitare un impatto negativo sull'economia di 8 miliardi l'anno". "Abbiamo una creatura blindata dal punto di vista della sua effettiva applicazione", ha spiegato il presidente del Consiglio. "Abbiamo introdotto interventi possibili sulla proprietà stessa che potrebbero togliere enorme valore a quella proprietà - il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera - se non fa quello che la legge prevede, vede il suo valore fino al punto di perderne il controllo di fronte a comportamenti non coerenti".
"Non possiamo ammettere che ci siano contrapposizioni drammatiche tra salute e lavoro, tra ambiente e lavoro e non è neppure ammissibile che l’Italia possa dare di sè un’immagine, in un sito produttivo così importante, di incoerenza". Al termine del Consiglio dei ministri che ha varato il decreto Ilva, Monti ha spiegato che l’intervento del governo è stato necessario perché Taranto è un asset strategico regionale e nazionale: "Qualcuno l’ha chiamato «decreto salva Ilva, ma io parlerei di decreto salva ambiente, salute e lavoro". Secondo il comunicato diffuso al termine del Cdm, il decreto legge stabilisce che "la società Ilva abbia la gestione e la responsabilità della conduzione degli impianti e che sia autorizzata a proseguire la produzione e la vendita per tutto il periodo di validità dell’Aia". "Qualora non venga rispettato il piano di investimenti necessari alle operazioni di risanamento - continua - il decreto introduce un meccanismo sanzionatorio che si aggiunge al sistema di controllo già previsto dall’Aia".
"In caso di inadempienze per l’Ilva restano tutte le sanzioni già previste e in più introdotta la possibilità di una sanzione sino al 10% del fatturato annuo dello stabilimento". "È una condizione di garanzia", ha spiegato il ministro dell’Ambiente Corrado Clini illustrando il decreto Ilva e spiegando che "sulla sanzione, qualora l’azienda non rispettasse le prescrizioni - e le prescrizioni sono misure puntuali sugli impianti delle aree a caldo e da novembre di quest’anno fino a 2014 cambieranno strutturalmente le produzione dell’area a caldo - nel caso in cui venisse accertato che il piano di interventi dell’impresa non venisse attuato, potranno intervenire oltre alle sanzioni amministrative ordinarie, anche sanzioni aggiuntive fino al 10% del fatturato annuo".
Per il gip, però, non è abbastanza perché la nuova Aia non è fondata su "specifici studi o accertamenti di tipo tecnico-scientifico" in grado di "confutare le evidenze probatorie" che denunciano "l’esistenza, nella zona del Tarantino, di una grave ed attualissima situazione di emergenza ambientale e sanitaria" imputabile alle emissioni dell’Ilva. Insomma, la nuova autorizzazione messa a punto dal Ministero dell'Ambiente "non si preoccupa affatto della attualità del pericolo e della attualità delle gravi conseguenze dannose per la salute e l’ambiente".
Il corpo di Francesco Zaccari, 29 anni, operaio dell’Ilva disperso in seguito alla tromba d’aria che ha colpito lo stabilimento mercoledì scorso, è stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco. Il cadavere si trovava all’interno della cabina della gru che era stata sbalzata in mare dalla forza del vento, a circa 30 metri di profondità.
In mattinata Il gip del tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, ha respinto una ulteriore istanza di dissequestro degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva presentata dall’azienda. Gli impianti sono sotto sequestro dal 26 luglio scorso. Continunano le proteste all'Ilva di Genova: questa mattina un migliaio di persone hanno protestato contro le istituzioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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