Donald Trump schiererà la guardia nazionale al confine tra Stati Uniti e Messico. Una decisione che è stata subito contestata dai vescovi che operano in quelle zone del mondo.
I militari dovrebbero fungere da "muro" finché la barriera annunciata in campagna elettorale non verrà costruita. I kilometri da controllare non sono pochi: 3.145. La strategia del presidente degli Stati Uniti è quindi temporanea, ma il documento che i prelati hanno sottoscritto in merito mira a contestare l'intero disegno del tycoon sull'immigrazione.
I vescovi hanno detto di riconoscere il diritto delle nazioni a controllare i propri confini in modo da renderli sicuri, ma ribadendo la necessità che gli stati tengano conto dello stato di diritto. "...la legge corrente negli Stati Uniti - hanno sottolineato i prelati nel testo redatto - giustamente prevede che quanti giungono nel nostro Paese fuggendo da una persecuzione siano titolati a un trattamento consono mentre le loro domande sono esaminate". I migranti, specie quelli che scappano, dovrebbero poter passare.
La dichiarazione comune è stata sottoscritta dai vescovi di otto diocesi (tra cui alcune dell'Arizona, del Texas e del New Messico) ed è stata indirizzata ai credenti delle due nazioni interessate, a tutti i cittadini, al presidente Donald Trump e a Enrique Peña Nieto, che è il presidente del Messico. "Questa non è una zona di guerra – hanno evidenziato ancora i vescovi sottoscrittori – ma qui vivono comunità pacifiche, rispettose della legge e generose nel rispondere alle sofferenze umane". La fede cristiana, insomma, non sarebbe compatibile con quanto previsto dal presidente degli Stati Uniti. Particolarmente duro l'intervento del vescovo Mark Seitz, che ha dichiarato che la scelta di schierare la guardia nazionale al confine rappresenta "un attacco doloroso contro i migranti, la nostra accogliente cultura di confine e i nostri valori condivisi come americani". "È tempo che Trump smetta di giocare sulle paure infondate della gente", ha chiosato il vescovo della diocesi di El Paso.
Nella nota viene citata anche una frase di Papa Francesco: "Una persona che pensa solo a costruire muri, dovunque sia, e non a costruire ponti, non è un cristiano. Questo non è il Vangelo", aveva tuonato il pontefice argentino durante la campagna elettorale per le presidenziali statunitensi. Ma Donald Trump sembra intenzionato ad andare dritto per la sua strada. I sondaggi, del resto, continuano a registrare un aumento dei consensi anche per via del pugno duro utilizzato da The Donald nei confronti degli immigrati irregolari. Le elezioni di medio-termine, nel frattempo, si avvicinano. La competizione del prossimo autunno costituirà un'occasione per comprendere se gli americani sono davvero contenti di quanto fatto sino ad ora dall'amministrazione repubblicana.
La presa di posizione del pontefice argentino fece molto discutere, ma non ebbe un grosso effetto elettorale. Questo documento dei vescovi confinanti con il Messico potrebbe non influire in alcun modo sull'esito delle elezioni del prossimo novembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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