Raffica di sbarchi dall'Algeria: allerta per la tratta che porta in Sardegna

Nella regione del Sulcis sono arrivati, dal 1 gennaio ad oggi, circa 200 migranti dall'Algeria: il Viminale ha riscontrato un importante aumento di sbarchi nel sud della Sardegna, adesso è la rotta algerina a preoccupare maggiormanete

Raffica di sbarchi dall'Algeria: allerta per la tratta che porta in Sardegna

Al giro di boa di questo primo mese del 2020, i numeri riguardanti gli sbarchi dei migranti nel nostro paese sono apparsi piuttosto allarmanti. Se nei primi giorni dell’anno si poteva parlare di un semplice “trend” in aumento, adesso i dati stanno iniziando a mostrare una situazione nel complesso molto grave.

Il numero, già a metà gennaio, si sta avvicinando alla soglia psicologica di 1.000 arrivi. Ci si sta trovando dunque ben al di là del livello di allarme, specialmente perché nei mesi invernali le partenze dalle coste nordafricane hanno sempre fatto registrare numeri molto più bassi.

Secondo l’ultimo rilevamento del Viminale, aggiornato ad oggi, dal 1 gennaio sono arrivati in Italia complessivamente 678 migranti. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso è impietoso: dal 1 gennaio al 17 gennaio 2019 infatti, in Italia sono sbarcati appena 53 migranti.

Ma l’aumento, a questo punto ben marcato, del numero di persone sbarcate lungo le nostre coste non è stata l’univa novità in tal senso rintracciata in questo inizio 2020. Infatti, a differenza degli anni precedenti, non sono più per il momento i tunisini a sbarcare con maggior frequenza nel nostro paese.

Lo scettro è stato ceduto agli algerini. Sono loro, secondo le statistiche riportate dal ministero dell’interno, a rappresentare la nazionalità più presente tra coloro che sono arrivati irregolarmente in Italia. Un quarto del totale degli sbarcati di questo 2020 è algerino. In particolare, su 678 migranti approdati lungo le nostre coste, 193 sono algerini.

Un effetto questo del boom di sbarchi fantasma riscontrato nel Sulcis in questo mese di gennaio. Giorno dopo giorno, raccontano le cronache locali provenienti da questo punto meridionale della Sardegna, sono stati contati arrivi ed approdi più o meno autonomi.

Il Sulcis, per ragioni geografiche, è da sempre esposto al fenomeno degli sbarchi, fantasma e non. L’Algeria da qui non è molto lontana, la rotta da seguire in mare è molto più corta rispetto a quella libica o tunisina, con rischi molto più ridimensionati per chi decide di salpare dalle coste del paese nordafricano. Nel 2017 ha suscitato scalpore la presenza su Facebook di una pagina denominata “HaRaGa Dz, in cui venivano inserite immagini e foto di coloro che compievano la traversata dall’Algeria alla Sardegna. Non solo: all’interno della pagina, oggi ancora aperta ma meno attiva apparentemente, era possibile imbattersi in consigli per come affrontare il viaggio oppure in messaggi e selfie di coloro che erano appena giunti in Italia.

Il fenomeno degli sbarchi nel Sulcis è sempre stato molto importante, tuttavia mai come in questo inizio di 2020 è stato possibile riscontrare così tanti approdi. Un aspetto curioso di questo fenomeno, è che esso sta coincidendo con una drastica diminuzione di migranti partiti dalla Tunisia. In totale, sono 31 i tunisini arrivati in Italia in questo nuovo anno, lo hanno notato a Lampedusa lì dove dal 1 gennaio ad oggi è stato registrato soltanto uno sbarco.

Sul perché del boom di partenze dall’Algeria è ancora presto per esprimere un parere. Il paese sta attraversando una fase molto difficile sotto il profilo politico, ma questa situazione va avanti già dallo scorso anno, da quando cioè sono esplode le proteste contro l’ex presidente Bouteflika. Dunque, è difficile comprendere il motivo per il quale proprio in questo mese è stato registrato un drastico aumento degli sbarchi di persone provenienti dall’Algeria. E, soprattutto, appare difficile capire se tra l’impennata di arrivi di algerini e la diminuzione degli approdi di cittadini tunisini, vi sia un qualche nesso.

Certo è che la situazione sta preoccupando e non poco cittadini ed autorità locali.

Nella cittadina di Macomer intanto, al centro della Sardegna, sta per diventare attivo il primo centro per i rimpatri la cui operatività è stata promossa dal Viminale. La struttura, che dovrebbe accogliere fino a 100 migranti, dovrebbe servire a velocizzare le operazioni di espulsione per coloro che non hanno diritto all’asilo dopo essere sbarcati in Sardegna.

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