Per nove mesi Davide Pecorelli, 45 anni, imprenditore e arbitro di San Giustino Umbro (Perugia), non ha dato segni di vita: "scomparso". I familiari avevano ipotizzato che fosse morto dopo che, lo scorso 8 gennaio, la sua auto era stata ritrovata completamente carbonizzata al confine tra Albania e Kosovo. Fino a quando, qualche giorno fa, il 45enne è "riapparso" su un gommone in avaria nelle acque del Tirreno: stanco ma vivo. "Scomparso? Ero solo in vacanza", ha detto ai carabinieri della Forestale di Follonica quando lo hanno recuperato in mare.
La "scomparsa" e il giallo della macchina carbonizzata
Stando a quanto si apprende da Il Messaggero, tutto comincia alla fine di gennaio del 2020. Davide Pecorelli, ex arbitro di calcio e imprenditore nel settore beauty, attraversa un periodo di profonda crisi economica. Provato dal contraccolpo finanziario - era stato costretto a chiudere alcuni saloni di bellezza tra Umbria e Toscana - decide di mollare tutto. Così, senza dire nulla, pianta in asso la ex moglie, dalla quale ha avuto tre figli, e la nuova compagna, Ianita, che lo ha reso padre per la quarta volta. Per nove mesi non dà segni di vita.
L'ipotesi di un allontanamento volontario viene scartata a pochi giorni dalla scomparsa, l'8 gennaio per l'esattezza. L'auto del 45enne viene ritrovata completamente carbonizzata, sulla strada di montagna Giejan-Reps, al confine tra Albania e Kosovo. A bordo della vettura, i carabinieri ritrovano dei resti umani (mai attribuiti) anneriti dalle fiamme e gli effetti personali di Davide. Il mistero sembra giunto a un epilogo. L'anziano padre, Renato, lo crede morto: "Sono stati mesi di grande dolore", racconta al giornale romano. Anche gli altri parenti si rassegnano al dolore inconsolabile della perdita. Fino a quando, lo scorso venerdì, il 45enne "riappare" su un gommone in avaria davanti all'isola di Montecristo, nel Mar Tirreno: è vivo e sta bene. Ma cosa è accaduto in questi lunghi mesi?
"Scomparso? Ero in vacanza": cosa non torna
Quando Davide è stato accompagnato in caserma, dopo il salvataggio in mare, ha telefonato alla ex moglie raccontandogli di "due notti trascorse in un albergo all'isola del Giglio". Coi carabinieri, invece, si è limitato a una battuta: "Scomparso? Ero solo in vacanza", ha detto nel tentativo (forse) di alleggerire la trama di una scomparsa decisamente misteriosa. Perché di fatti, luoghi e circostanze che non tornano in questa vicenda ce ne sono parecchii. Anzitutto le date:
- Il 3 gennaio (ricostruiscono gli investigatori) il 45enne sbarca all'aeroporto di Rinas, un villaggio della contea di Durazzo, in Albania, dove resta per un mese. Qui noleggia una Skoda Fabia;
- Il 4 gennaio il Gps dell'auto memorizza una lunga sosta a Scutari. A sera prende una stanza all'Hotel Turizmi di Puka che poi, però, libera in anticipo;
- Il 6 gennaio Davide ha un fitto scambio di messaggi WhatsApp con un amico, al quale racconta di impegni lavorativi e familiari;
- L'8 gennaio l'auto viene ritrovata carbonizzata, con a bordo gli effetti personali e i documenti, al confine tra Albania e Kosovo. Da quel momento, e per nove lunghi mesi, si perdono le tracce dell'imprenditore.
Tante le ipotesi sulla scomparsa.
Ancor di più le domande senza risposta: come ha sopravvissuto l'imprenditore perugino senza documenti né soldi? Qualcuno lo ha aiutato? Ma soprattutto, come ci è finito su un gommone in avaria in mezzo al mare? Il mistero resterà irrisolto ancora per poco: domani incontrerà il procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone. In procura è aperto un fascicolo per omicidio volontario e traffico di droga.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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