"Questo canale non può essere visualizzato perché ha violato i termini di servizio di Telegram". È la frase che compare sullo schermo di chiunque cerchi di accedere al canale "Basta dittatura", la chat No Vax con oltre 50mila iscritti utilizzata anche per organizzare e coordinare le manifestazioni contro il Green Pass andate in scena in tutta Italia nelle ultime settimane, dalle azioni di boicottaggio a bar e ristoranti che chiedono di esibire il certificato vaccinale al blocco ferroviario dell'1 settembre, poi rivelatosi un flop.
In quest'ultimo caso, gli assaltatori si erano scambiati consigli su come attuare il blocco: "Forse non tutti sanno - scriveva un utente - ma collegare i due binari tramite un cavo, chiude il circuito e fa scattare il rosso per sezione occupata". Scorrendo la chat, ci si può imbattere anche in informazioni false sui vaccini, insulti a politici - tra cui Matteo Salvini e Giorgia Meloni, bollati come "merde della finta opposizione" - e minacce a medici e giornalisti "leccaculo", sul tono di "mi auguro vivamente di vederli alla gogna in piazza a ricevere sputi in faccia con la forca lì accanto".
È stata la procura di Torino a chiedere, con un decreto, la collaborazione degli amministratori di Telegram, società con sede a Dubai. Nei messaggi della chat, gli inquirenti hanno ravvisato gli estremi per ipotizzare i reati di istigazione a delinquere e violazione della privacy, dopo che nel canale erano stati diffusi indirizzi e numeri di telefono di politici, giornalisti e medici, poi minacciati da diversi membri del gruppo. Anche la pagina "Basta dittatura chat" (7mila utenti) è stata oscurata. Secondo Telegram, l'incitazione alla violenza costituirebbe una violazione dei termini di servizio della piattaforma.
A finire nel mirino dei No Green Pass era stata la stessa pm che si sta occupando del caso, Valentina Sellaroli: i suoi dati e la sua mail erano stati condivisi e sfruttati per inondarla di mail e messaggi, anche intimidatori. Tra i presi di mira, anche il virologi Fabrizio Pregliasco - che aveva deciso di limitare le uscite di casa dopo le minacce - e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Telegram ha stabilito che "questi gruppi incitano alla violenza contro i medici che si occupano di vaccinazioni".
E nel messaggio aggiunge che "Hanno pubblicato i nomi di specifici medici chiedendone il linciaggio. Tutto questo è contrario alla politica di Telegram. Prima di bloccarlo avevamo avvisato i moderatori del canale di fermare queste violazioni ma non lo hanno fatto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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