Influenza aviaria nel Ferrarese: colpiti gli allevamenti Amadori

Allarme in Emilia Romagna: torna l'influenza aviaria. Export bloccato

Influenza aviaria nel Ferrarese: colpiti gli allevamenti Amadori

L'aviaria torna a fare paura. Il focolaio più allarmante è nel Ferrarese, anche se ne sono stati registrati in tutta l'Emilia Romagna. Hong Kong, Israele, l'Ucraina, la Svizzera e il Sudafrica hanno già deciso di bloccare l'import di pollame proveniente dall'Italia. Il ministero della Salute ha contattato questi Paesi per negoziare l'apertura ai prodotti provenienti dalle altre Regioni.

Come si legge sulla Nuova Ferrara, primi casi sospetti risalgono a fine aprile. In un allevamento biologico di galline ovaiole il veterinario aziendale, insospettito dall'aumento della mortalità e dal calo della produzione di uova, aveva disposto diverse analisi che avevano riscontrato l'influenza aviaria. L'azienda aveva, quindi, disposto l’abbattimento di 17mila capi e aveva contattato gli allevamenti vicini per avvertirli dell'emergenza in corso. Nel giro di un paio di settimane, però, un secondo focolaio è esploso nell'allevamento industriale di tacchini da carne della Vicentina srl che fa parte della filiera Amadori. Qui sono stati abbattuti oltre 49mila tacchini.

La Regione Emilia-Romagna e l’Usl hanno attivato tutte le misure necessarie per isolare l'aviaria ed evitare la diffusione del virus. "Abbiamo la situazione sotto controllo - ha spiegato all'Huffington Post il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo - stiamo lavorando affinché il virus non colpisca altri allevamenti. Per ora l'epidemia è localizzata ma non abbassiamo la guardia". Le misure di prevenzione, però non sono bastate. Tanto che all'estero hanno iniziato a bloccare l'importazione di carne dall'Italia. La prima a farlo è stata l'Ucraina. Poi, è toccato a Hong Kong. E così via.

"Alcuni Paesi, come il Sudafrica, - ha commentato De Filippo - hanno deciso di bloccare tutti i prodotti italiani perché non hanno compreso che il fenomeno è localizzato in una sola regione, per questo il ministero della Salute è in contatto con i governi che hanno varato il blocco per negoziare l'apertura ai prodotti provenienti del resto d'Italia".

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