"Io, italiano in Venezuela, sfuggito dal regime di Maduro"

Renato, tornato in Italia dopo 12 anni: "Non potevamo restare in Venezuela perché è troppo pericoloso e la quotidianità è difficile"

"Io, italiano in Venezuela, sfuggito dal regime di Maduro"

Venezuela, terra ormai da qualche tempo al centro di violenti scontri e rivolte popolari, un paese nel quale pensare ad un futuro tranquillo, ora come ora, risulta impossibile.

Ma c’è chi, come Renato - di origine italiana - e la sua famiglia, si arma di forza e coraggio per cambiare vita in un altro Paese. “Non potevamo restare in Venezuela perché è troppo pericoloso e la quotidianità è difficile. Con l’appoggio di tutta la mia famiglia ho deciso che avrei dovuto fare qualcosa. Così, dopo ben 12 anni passati in Venezuela, un anno fa sono tornato in Italia, a Mantova”.

Renato però lascia in Venezuela la compagna incaricata di vendere tutte le loro proprietà: “Dobbiamo svendere la casa, i terreni e tutto ciò che possiamo guadagnando il più possibile per ripartire da zero”. L’uomo racconta di una realtà complicata che era quasi impossibile non aspettarsi. “Era già da un paio di anni che avevo un brutto presentimento tanto che da Caracas (capitale del Venezuela), ci siamo spostati su un’isola, Margarita, dove confermati poi i miei presentimenti con l’inizio delle rivolte e dei conflitti, abbiamo potuto constatare, con grande gioia, esserci sicuramente meno delinquenza e più sicurezza rispetto alla capitale”.

La vita però non è stata facile, in particolare per i bambini. Renato infatti racconta di quanto fosse faticoso procurarsi il cibo, rigorosamente di contrabbando pagandolo fino a cinque volte in più rispetto al suo prezzo reale. “Da sette mesi i miei figli sono qui con me e ormai comprendono che stanno vivendo un netto cambiamento, consapevolezza acquisita anche da piccole cose che potrebbero sembrare banali ad esempio poter mangiare a colazione, a merenda, a pranzo, insomma, quando vogliono. Ora sono felici e sereni, ma soprattutto al sicuro”.

Inoltre Renato ora può tirare un sospiro di sollievo guardando il più piccolo dei suoi due figli, ex malato oncologico: “ Mio figlio ha fatto gli ultimi sei mesi di chemio sotto il regime di Maduro e la differenza era abissale rispetto a quando c’era Chavez. Ho pensato che è stata una fortuna che mio figlio si fosse ammalato tempo fa perché se avesse dovuto affrontare ora tutte le cure a cui è stato sottoposto all’inizio, non so come sarebbe andata. La sanità da quando c’è Maduro è terribile”.

Una storia triste che

però ha un lieto fine. Tra qualche mese infatti la compagna di Renato si ricongiungerà con lui e con i suoi figli: “So che lei ora lì è triste, ma manca poco e potremo avere un presente e un futuro migliore, tutti insieme”.

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