Iss: "Rt in Italia è 1,5, la situazione è molto grave"

L'Iss ha lanciato l'allarme epidemiologico in Italia, dove i contagi corrono e il rischio è quello di arrivare in poco tempo alla soglia critica per gli ospedali

Iss: "Rt in Italia è 1,5, la situazione è molto grave"

La situazione italiana è vicina al tracollo e a dare l'allarme è l'Iss, che nell'ultimo bollettino mette in allarme per l'immediato futuro. I numeri parlano chiaro: oggi quasi 20mila contagi e le terapie intensive che ancora salgono e rischiano di mettere in ginocchio il sistema sanitario nazionale, dove il 15% del totale dei posti letto in terapia intensiva è occupato dai pazienti Covid. Gli esperti dell'Istituto superiore di sanità sono stati chiari nel loro monito, perché l'epidemia in Italia "è in rapido peggioramento".

L'Iss segnala su tutto il territorio situazioni di criticità soprattutto a livello delle strutture sanitarie, vicine al raggiungimento "imminente di soglie critiche". Una situazione che va evitata per salvaguardare la tenuta del sistema e poter garantire le cure a tutta la popolazione, sia per i contagi da Covid che per le altre patologie, che continuano a essere pericolose e letali. Per evitare di arrivare alla soglia di massimo pericolo, l'Istituto superiore di sanità dichiara che sono ora "necessarie misure che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità". Il documento settimanale è firmato dall'Iss e dal ministro della Salute Roberto Speranza e, insieme al bollettino quotidiano, racchiude i dati fondamentali sui quali il governo si basa per prendere le decisioni per l'imminente futuro.

L'Iss non lascia dubbi sulla gravità della situazione, secondo gli esperti non è più tempo di tergiversare ma "è fondamentale che la popolazione rimanga a casa quando possibile e riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie". Si chiede ai cittdini di ridurre qualunque interzione sociale spontaneamente senza che venga imposto un lockdown di Stato, soprattutto alla luce dei numeri registrati in questi ultimi giorni. L'incidenza cumulativa, che è uno dei valori più importanti per le valutazioni d'ordine, è passato da 75 a 146 casi per 100 mila abitanti. Numeri che spaventano per la rapidità con il quale progrediscono, che si rispecchia nel numero di casi positivi con sintomatologie, che sono passati dai 15.189 nel periodo 28 settembre -11 ottobre ai 27.114 nel periodo 5 ottobre-18 ottobre. Anche in questo caso quasi un raddoppio che per l'Iss è indice di pericolo. Attualmente, l’indice Rt, che viene calcolato sui casi sintomatici, è pari a 1,50 ed è definito "molto grave" dalla comunità scientifica.

Anche l'Istituto superiore di sanità nel suo report evidenzia il fallimento del sistema di tracciamento, come già si era notato con il balzo dei casi: "Soltanto uno su quattro dei casi è stato rilevato attraverso attività di tracciamento di contatti, mentre il 31,7% è stato rilevato attraverso la comparsa dei sintomi". Il rischio è quello di tornare all'incubo vissuto a marzo e per questo è necessario agire in fretta. Attualmente nel Paese sono attivi 7.625 focolai, di cui oltre 1000 accesi nell'ultima settimana, un incremento che probabilmente nasce dal collasso del sistema di tracciamento territoriale. "Sono in aumento i focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico anche se la trasmissione intra-scolastica appare ancora limitata", scrive l'Iss. Le attività scolastiche e peri-scolastiche, come viene spiegato nel bollettino, possono rappresentare l'innesco di una catena di contagi. Questo se non c'è il rispetto delle misure indicate dai protocolli.

Se la tendenza

epidemiologica non dovesse invertirsi, "esiste una probabilità elevata che numerose Regioni e Province autonome raggiungano soglie critiche di occupazione di posti letto in brevissimo tempo".

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