Sbarchi, l'Italia è già al collasso. Ma l'ong porta altri 315 clandestini

La complicata ridistribuzione dei 2.000 migranti di Lampedusa negli altri centri di accoglienza del nostro Paese non ferma le ong che continuano a premere sui nostri confini

Sbarchi, l'Italia è già al collasso. Ma l'ong porta altri 315 clandestini

Sabato scorso, dopo settimane di immobilismo da parte del Viminale, sono iniziate le operazioni di svuotamento dell'hotspot di Lampedusa. Il centro era arrivato a ospitare fino a 2.000 clandestini in condizioni pessime. È servito che l'amministrazione locale alzasse la voce e che lo facessero anche le forze dell'ordine che vi operano, costretti a lavorare in una situazione di straordinario degrado. Ma mentre si tenta di liberare l'hotspot di Cala Imbriacola, anche nella previsione che nei prossimi giorni tornerà a riempirsi con la ripresa degli sbarchi, incurante della pressione che sta subendo il nostro Paese, la nave Geo Barents della ong Medici senza frontiere si è già posizionata davanti alle coste italiane con la pretesa di un porto sicuro. "Una risposta positiva deve essere data ora", dicono dalla ong.

La nave si trova in queste ore a circa 14 miglia dal limite delle acque territoriali italiane nei pressi di Augusta, uno dei porti maggiormente assegnati come pos alle ong. La loro speranza è, probabilmente, che nelle prossime ore verrà assegnato proprio quello di porto per lo sbarco dei 314 migranti che si trovano a bordo. Che sarà un porto italiano è ovvio, ormai: le ong non si rivolgono ad altri Paesi per chiedere lo sbarco, nonostante siano numerosi quelli che si affacciano sul bacino Mediterraneo. O meglio, Geo Barents ha avanzato la richiesta a Malta, ben sapendo che le autorità del Paese isolano non risponderanno mai alla richiesta, tanto che ha deciso di iniziare a premere contro i confini italiani, pur battendo bandiera straniera.

La Geo Barents, nello specifico, batte bandiera norvegese, pertanto i 314 a bordo sarebbero da considerare già accolti dal Paese scandinavo. L'Italia dovrebbe ricoprire solo il ruolo di Paese ponte, in cui i migranti toccano terra e vengono sottoposti al triage sanitario prima di essere trasferiti in Norvegia. Ma questo non è mai accaduto e non avverrà nemmeno questa volta, e dovrà essere il nostro Paese a farsi carico dei migranti, distribuendoli nei propri centri di accoglienza.

Nel frattempo, dei 600 migranti sbarcati a Porto Empedocle dalla nave San Marco, che li ha prelevati da Lampedusa, 150 hanno ottenuto il foglio di via. Sono per lo più cittadini tunisini che non hanno nessun diritto a permanere nel nostro Paese senza documenti e che, pertanto, sono stati espulsi.

Si tratta di un atto meramente formale, con il quale viene intimato loro di lasciare l'Italia entro 5 giorni. Cosa che, ovviamente, non accade e i migranti rimangono liberi di spostarsi su tutto il territorio in clandestinità.

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