Questa estate abbiamo sentito più volte il governo pavoneggiarsi per la gestione della prima ondata. Il premier Giuseppe Conte parlava del "modello Italia" come il più efficace per contrastare la diffusione del Coronavirus, visto dagli altri Paesi come punto di riferimento e di ispirazione (anche se abbiamo visto che c'era un'alternativa al lockdown ma il presidente del Consiglio ha deciso di ignorarla rinchiudendo tutti gli italiani in casa). A distanza di mesì però le cose non sono andate come dovevano: il Covid-19 è tornato a circolare pericolosamente e così si è ritenuto necessario affidarsi al sistema di suddivisione delle Regioni in fasce di rischio, prevedendo un semi-lockdown nelle zone "rosse". Purtroppo non tutto è andato secondo i piani e adesso l'Italia deve fare i conti con un triste realtà di fatto: è il terzo Paese al mondo per quanto riguarda la letalità del virus.
La preoccupante posizione occupata nella graduatoria mondiale - riporta il Corriere della Sera - ci rende "migliori" solo del Messico (quasi 10 persone decedute ogni 100 positivi trovati) e dell'Iran (poco più di 5 persone che perdono la vita ogni 100 infettati). Nel nostro Paese, stando a quanto elaborato dall'università americana Johns Hopkins di Baltimora, si hanno circa 4 morti ogni 100 casi scoperti dall'inizio della pandemia. Gli altri invece registrano numeri nettamente inferiori ai nostri: in Germania su 100 casi positivi "solo" l'1,6% non ce la fa (praticamente la metà dell'Italia), la Francia si attesta al 2% mentre in Spagna si raggiunge il 2,8%. Cifre comunque distanti dal nostro 3,8%.
Le spiegazioni
Come mai il nostro Paese supera così significativamente gli altri in termini di decessi? Le motivazioni alla base sono molteplici e piuttosto complesse, ma sicuramente tra queste rientra l'anzianità della popolazione: è tra le più alte al mondo. Non a caso la nostra media anagrafica dei morti di Coronavirus è di 82 anni e tende a colpire in maniera più grave le persone anziane e con problemi di salute pregressi.
Altro aspetto importante riguarda le condizioni del sistema sanitario, dalla presa in carico del paziente alla rapidità delle cure.
Inoltre diversi studi hanno messi in relazione un alto tasso di inquinamento dell'aria con i sintomi più gravi del Covid-19: il particolato atmosferico potrebbe rendere più facili le infezioni trasportando il virus più lontano del normale droplet. Un'ulteriore spiegazione dell'alto numero di vittime potrebbe essere la difficoltà nel tracciamento dei casi di positività.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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