L'autogol Pd-M5s sulle rinnovabili in Sardegna

La REgione Sardegna ha approvato un disegno di legge che va nella direzione opposta rispetto alla transizione green

L'autogol Pd-M5s sulle rinnovabili in Sardegna
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Il campo largo ha un problema in Sardegna. Nelle scorse settimane, la giunta guidata dalla grillina Alessandra Todde con il sostegno del Pd ha approvato un disegno di legge che di fatto vieta l'eolico e il solare in tutta l'isola. Con questa norma «è possibile che si arrivi a circa il 99% del territorio sardo vincolato», annunciava trionfalmente l'assessore dell'Industria e deputato dem Emanuele Cani. Ma è uno stop che non guarda esclusivamente al futuro: con il testo adottato saranno bloccati automaticamente gli impianti eolici e fotovoltaici già esistenti nelle zone definite come non idonee.

Una bella inversione di rotta, rispetto a quanto lo stesso Cani diceva solamente lo scorso aprile sull'elaborazione di una mappa delle aree adatte a ospitare pannelli solari e pale eoliche: «Sarà una delle priorità». Peccato che la discussione si sia arenata al no si podet, non si può.

E così, mentre a Roma e Bruxelles Pd e 5s fanno a gara su chi sia il partito più green, sull'isola si cavalca un approccio ideologico opposto che rischia di escludere l'intera isola dalla transizione energetica. «Vedo un'anomalia spiegava il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin perché al momento la Sardegna è l'unica realtà che non si è ancora data una soluzione né sul carbone né sul gas. Hanno ancora le centrali a carbone e non hanno un piano gas».

Il paradosso è lampante. Recitava il programma elettorale grillino per le Europee dello scorso giugno: «La transizione verso un'economia a basse emissione di carbonio deve passare verso la promozione di investimenti e incentivi per la produzione e l'adozione di energie rinnovabili, come l'energia solare ed eolica». Manca solamente un «ma»: «Ma non dove ci dà fastidio». Oppure: «Ma non dove rischiamo di perdere voti». Ieri sera se n'è accorto anche il garante del M5s Beppe Grillo: «Finalmente un po' di verità su questo ambientalismo da strapazzo: e basta con il vento, il sole, il fotovoltaico! Ci vuole il carbone», ha ironizzato contro la Todde.

E anche nel Pd l'aria non è poi così tanto diversa.

Mentre la segretaria Elly Schlein ammanta il suo spirito ecologista di frasi a effetto come «accompagneremo tutta la società nella conversione ecologica», anche in Toscana paiono pronti i tempi per un bel no secco alle rinnovabili. Motivi di turismo e di cultura, la giustificazione.

Ma a forza di «Deturpate il paesaggio di qualcun altro», andrà a finire che saranno proprio i giallorossi i migliori alleati dei negazionisti del clima.

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