Grande notizia: siamo arrivati al grande disarmo globale. Vengono eliminate le testate nucleari che minacciano una distruzione multipla per il pianeta Terra? Vengono messe al bando le armi chimiche o i droni che si stanno trasformando nelle atomiche dei poveri o dei gruppi terroristici? No, vengono disarmati i soldatini, almeno quelli del mondo Lego o affini. Vediamo di chiarire. Questa, come ha raccontato la CNN, è la bizzarra vicenda che si dipana tra un brand internazionale multimiliardario - la Lego - produttori di armi, un gruppo pacifista tedesco e «rinnegati» che fabbricano sistemi d'arma miniaturizzati commercializzati su piccola scala.
Nel mondo miniaturizzato Lego si può costruire di tutto, dalle navi pirata, ai castelli, alle armi di «distruzione di massa» galattica come la Morte nera del ciclo di Star Wars. Però la Lego ha deciso, da anni, di non consentire che nei suoi kit di costruzione circolino armi moderne o realistiche. Si tratta di una politica relativamente di vecchia data. Ma durante l'estate, la compagnia danese ha rilasciato un set per il V-22 Osprey, un velivolo convertibile prodotto da Boeing e Bell Helicopter Textron che viene utilizzato solo dalle forze armate americane e giapponesi. Niente ritorni al «militarismo», sia chiaro: il veicolo non mostrava armi ed è stato inserito nella serie più tecnica dei giochi Lego. Immediate le proteste di un gruppo tedesco di pacifisti il DFG-VK. Per le pressioni o per qualche altro motivo, non ci sono stati comunicati ufficiali: il kit di costruzione è stato immediatamente ritirato. Facendo sì che i pochi pezzi rimasti sul mercato si trasformassero in un vero feticcio da collezionisti. Questione finita? Nemmeno per sogno. Il mondo pullula di negozi grandi o piccoli che comprando i mattoncini mettono a disposizione dei fan riproduzioni di qualsiasi mezzo da guerra. Dal carrarmato della Seconda guerra mondiale all'incrociatore, dal Mig 21 all'F-16 passando al biplano del primo conflitto mondiale.
La Lego ovviamente non c'entra, è abbastanza normale che si possano comprare singoli mattoncini per costruire quello che si vuole... E se poi si vuole venderlo nel mare magnum della Rete, beh impedirlo è sopra le possibilità di chiunque. Come si fa a fissare un limite tra la fantasia che la Lego da sempre sponsorizza e la fantasia che si trasforma in un cannone d'assalto riprodotto alla perfezione? Sta di fatto che per molti pacifisti questi giocattoli sono una minaccia per i bambini. La casa madre ha sempre portato avanti una politica di estrema attenzione, ma dov'è la linea di demarcazione? Le bacchette dei maghetti di Harry Potter sono dei disintegratori se usate in un certo modo. Sono più educative o meno choccanti di un carro armato T62 che circoli in Rete? E la nave pirata? I pirati erano più buoni dei Marines americani?
Sia come sia, come rivela l'indagine della CNN, fatta proprio mentre si va verso il Natale e il carrarmato mini può investire il presepe, il mercato parallelo prospera e non è al momento stoppabile. Troppa tolleranza della Lego nel vendere i pezzi sciolti? Ma un controllo capillare sarebbe impossibile e illiberale.
Per fortuna poi un grande psicologo dell'infanzia (per altro sopravvissuto alla Shoah), Bruno Bettelheim, diceva: «C'è chi teme che la passione per le armi, da bambini, sia la causa della violenza degli adulti, o addirittura che, giocando a questi giochi, il loro figlio possa diventare da grande un assassino. Ma questi sono ragionamenti sbagliati e pericolosi». Quindi forse sarebbe meglio dare la caccia ai trafficanti di armi nella realtà più che nel «Mondo piccolo» dei mattoncini.
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