Da attivista per i diritti dei migranti a disentegratore della cultura occidentale. Il passo è breve. Più di quanto credete. Lo dimostra "l'uomo col cappello", quello immortalato dalle telecamere dell'aeroporto di Zaventem prima delle due bombe esplose e marchiate con le lettere del terrorismo dello Stato Islamico. Uno come tanti, uno come molti dei terroristi che hanno ucciso in Europa, a Parigi prima e dopo a Bruxelles. Sotto il capello nero c'è Faysal Cheffou, giornalista indipendente arrestato con l'accusa di aver partecipato agli attacchi di Bruxelles.
Più di un anno anno fa, su un canale Youtube, pubblicava un video in cui denunciava maltrattamenti sui migranti clandestini musulmani detenuti nel centro 127 bis in Belgio, precisamente, fatalità del destino, a Steenokkerzeel , un villaggio a pochi chilometri a est di Bruxelles, nei pressi di Zaventem. Nel filmato, il giornalista-terrorista spiegava come nel centro i pasti venivano serviti tre volte volte al giorno, l'ultimo dei quali alle 19. Orario che andava contro alle regole del Ramadan, che permette - come spiega anche Cheffou - di mangiare solo dopo le 22. Nel video, l'attivista e reporter indipendente denuncia una vera e propria "violanzione dei diritti umani degli islamici", obbligati a giorni di digiuno e privi di ogni assistenza.
Su Youtube, Cheffou inviato sul campo "nella prigione per rifugiati" fa un appello alle persone che difendono la dignità umana. Illustra come quello che subiscono i profughi sia disumano, mentre gli immigrati musulmani, inquadrati dalla telecamera, cercano di spaccare vetri e finestre per trovare la fuga.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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