La lezione italiana nella lotta contro i tumori

L'Italia è tra i principali Paesi europei per numero di brevetti e startup nel settore oncologico. La qualità della formazione del personale sanitario, sia teorica che pratica, che nella ricerca, è molto elevata, non solo estremamente competitiva, ma molto richiesta all'estero

La lezione italiana nella lotta contro i tumori
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I numeri del cancro nel nostro Paese dimostrano che l'Italia si distingue positivamente nel contrasto alle neoplasie rispetto ad altri in Europa. Abbiamo tassi di sopravvivenza superiori alla media europea riguardo i tumori più frequenti (polmone, prostata, colon, mammella). Non solo, in Italia le morti per cancro diminuiscono in misura maggiore rispetto agli altri Paesi. Diverse strutture ospedaliere sono riconosciute tra le migliori 100 al mondo per l'oncologia. L'Italia è tra i principali Paesi europei per numero di brevetti e startup nel settore oncologico. La qualità della formazione del personale sanitario, sia teorica che pratica, che nella ricerca, è molto elevata, non solo estremamente competitiva, ma molto richiesta all'estero. Dietro questi risultati eccellenti, di anno in anno migliori, c'è l'organizzazione del nostro Servizio Sanitario Nazionale che, nonostante le colmabili disparità territoriali, pone nel suo modello organizzativo il malato al centro, indirizzando e fornendo tutti gli strumenti per un approccio multidisciplinare e con una presa in carico globale, dalla prevenzione alle cure.

Sono questi gli obiettivi del piano oncologico nazionale, documento di pianificazione ed indirizzo per la prevenzione e il contrasto del cancro 2023-2027 adottato in Conferenza Stato Regioni a gennaio 2023 e finanziato con un fondo dedicato per garantire il corretto sviluppo e funzionamento delle reti oncologiche regionali e superare quelle diseguaglianze nell'accesso aggravate negli ultimi 15 anni da periodi di sottofinanziamento rispetto alle esigenze, da piani di rientro, pandemia, crisi economiche globali, rincari energetici. Il sistema ha sofferto, soffre, ma ha retto nella unicità universale e solidale. Ma se i nostri risultati mostrano esiti migliori rispetto alla media europea, e la sopravvivenza a 5 anni è un parametro indiscutibile, significa che l'organizzazione e le persone che operano nel nostro sistema garantiscono qualità e sicurezza. Non vale solo in oncologia, la nostra popolazione vanta un'aspettativa di vita tra le più alte al mondo.

Si può fare ancora meglio, perché con il patrimonio scientifico ed umano di cui disponiamo possiamo essere i migliori. Per fare questo la Sanità non deve essere territorio di scontri politici, ma mezzo di coesione sociale. Migliorare la cooperazione tra ospedale e territorio è una esigenza ben delineata nelle azioni ed obiettivi del piano, così come la possibilità di ampliare la diagnostica genetica con rimborsabilità al fine di garantire sempre più accesso alle terapie più innovative. Serviranno più risorse per le terapie, ma questo è atteso, il fondo per i farmaci innovativi esiste, ne è stato previsto un incremento e ciò potrebbe aiutare a semplificarne i processi e migliorare equità di accesso sul territorio nazionale. Le cure palliative devono essere potenziate. Le azioni intraprese per colmare le carenze di personale sanitario, esistenti da anni e la cui soluzione nonostante tutto non può essere immediata, aiuteranno a superare questi limiti attuali.

Un'ultima osservazione riguarda la tutela di alcuni diritti dopo il tumore. La legge 193 del 2023 stabilisce che una persona che ha avuto un tumore può non dover più dichiarare la sua malattia passata dopo che sia trascorso un periodo senza recidiva del tumore dalla fine del trattamento o dall'ultimo intervento chirurgico. Questo oblio oncologico dona alla persona guarita piena accessibilità a tutti i servizi della nostra vita quotidiana (assicurativi, lavorativi, bancari etc). Bravi quindi a salvare vite, ma dobbiamo lavorare per migliorarne la qualità.

Pierpaolo Sileri

Ex vice ministro della Salute e primario dell'Unità di Chirurgia Colorettale dell'Ospedale San Raffaele di Milano

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