Libero Giustino, l'imprenditore che al telefono rideva del sisma

Dopo Amatrice parlava cinicamente dei soldi che avrebbe fatto con la ricostruzione

Libero Giustino, l'imprenditore che al telefono rideva del sisma

Rideva, dagli arresti domiciliari. Rideva pensando alle commesse che la sua società avrebbe ottenuto per la ricostruzione dopo il sisma di Amatrice, noncurante di quell'inchiesta della procura dell'Aquila su presunte mazzette, che aveva portato all'arresto di dieci persone, professionisti e funzionari pubblici.

Una scena già vista, quella intercettata dagli inquirenti. All'Aquila era stato Francesco Maria De Vito Piscicelli a ridere col cognato del terremoto, pensando già ai soldi che avrebbe intascato per la ricostruzione. Dopo Amatrice la stessa scena, con un diverso protagonista: Vito Giuseppe Giustino, il 65enne presidente di L'Internazionale, cooperativa di Altamura, nel Barese, impegnato in una conversazione definita "particolarmente cinica" con il geometra Leonardo Santoro, anch'egli inizialmente ai domiciliari.

Arrestato per l'inchiesta sui dodici appalti gestiti dal ministero dei Beni culturali dopo il terremoto del 2009,

Giustino è tornato ora in libertà, dietro decisione del giudice, secondo cui si sono "attenuate" le esigenze per cui era stato messo ai domiciliari, per ragioni che includono le dimissioni dell'imprenditore dal suo incarico.

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