L'importanza delle soluzioni più semplici

Andrea Malaguti, neo direttore de La Stampa, ci ha onorato di una caustica citazione nel suo fondo di ingresso

L'importanza delle soluzioni più semplici
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Andrea Malaguti, neo direttore de La Stampa, ci ha onorato di una caustica citazione nel suo fondo di ingresso. «Confesso - ha scritto - sono fanatico della complessità, non credo alle formule semplici tipo - titolo sull'immigrazione letto oggi - paghiamo la Tunisia e chiudiamola qui. Superati gli otto anni uno capisce che non funziona così». Bene, essendo io l'autore di quel titolo ricordo al collega che Angela Merkel ne aveva sessantadue di anni quando in pochi giorni bloccò l'invasione della Germania regalando sette miliardi a Erdogan perché si tenesse lui gli immigrati che volevano risalire la rotta balcanica. E che pure i capi dei nostri servizi segreti erano tutti maggiorenni vaccinati quando hanno sguinzagliato i loro uomini in giro per il mondo con valigette piene di soldi per comperare la libertà di italiani rapiti (uno di loro anche grande firma de La Stampa, Domenico Quirico) da gruppi di terroristi e ribelli di vario genere. Pagare, soluzione semplice senza la quale oggi in Germania sarebbe il caos e il valoroso Quirico sarebbe ancora prigioniero delle milizie siriane o più probabilmente morto. Già, perché le utopie sono molto belle da enunciare, ma tremendamente complesse da realizzare. Bello dire: vogliamo la pace nel mondo; accogliamo senza remore che siamo tutti fratelli; smettiamo di inquinare il pianeta. Difficile però tenere a bada dittatori sanguinari, aprire le porte di casa a milioni, presto miliardi, di disperati senza distruggere le nostre società, fermare il progresso senza rinunciare alle comodità e ai vantaggi che il progresso ci ha dato. No, il mondo non lo si può fermare e ricominciare da capo, per cui servono soluzioni semplici a problemi complicati tipo: a chi ti spara contro occorre rispondere con le armi, i Paesi del Terzo mondo vanno aiutati e nel caso anche pagati per tenersi in casa più cittadini possibile, la transizione ecologica o va di pari passo con occupazione e benessere oppure è un suicidio.

Ma Malaguti, che di anni ne ha 57, è rimasto bambino - con meno di otto anni come dice lui - e pensa che il mondo sia un paradiso terrestre nel quale il bene trionferà sul male perché lui è un «fanatico della complessità». Più che a dirigere La Stampa mi sembra pronto per fare il segretario del Pd.

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