L'inferno in corso Magenta: la prima carica dei Black Bloc

La gente cercava di mettersi al riparo, attorno solo distruzione. Ecco il racconto delle prime auto incendiate, e delle vetrine distrutte, della violenza cieca dei Black Bloc

L'inferno in corso Magenta: la prima carica dei Black Bloc

Corso Magenta, l'inferno si è scatenato nel giro di pochi istanti. Io sono proprio all'angolo di via Terraggio. I Black Bloc sono pronti. Si sono appena cambiati: tute nere e maschere anti gas. Hanno raccolto pietre per strada, si sono passati bastoni, mazze di ferro. A fargli scudo i fumogeni, per non renderli non riconoscibili. Alla vista di macchine fotogragrafiche e telecamere danno in escandescenza.

Davanti a loro polizia e carabinieri, tantissimi, i tenuta anti sommosa, a cercare di difendere il cuore della città da una tale violenza.

Li vedo arrivare, preceduti dal rumore della distruzione. Di vetrine dei negozi, delle banche, perfino di un'agenzia turistica. Poco importa. Fare terra bruciata. Da via Terraggio delle ragazzine corrono in lacrime trascinando le valige. Stanno arrivando, sono dietro di loro. Un gruppo si è staccato dal corteo.

L'attacco è pronto. Mezz'ora di paura. Danno addosso alle forze dell'ordine. Lanciano di tutto. Dal secondo piano del palazzo in cui riesco a trovare riparo, assieme ad alcuni altri colleghi presi di mira, perché colpevoli di filmare tanta violenza, non si vede nulla: il fumo e altissimo.

Le forze dell'ordine sono immobili. Non li toccano, fanno scudo a una città che ha paura. Vedo il terrore negli occhi dei proprietari.

Mettono tutto a ferro e fuoco, a partire dalle auto che trovano per strada. La prima a bruciare è proprio davanti ai miei occhi. Sono al di là del portone blindato. Ogni tanto qualcuno chiede aiuto, non riesce a respirare. Il fumo è altissimo. E i proprietari aprono l'ingresso veloci per poi chiuderlo subito. Distruggono tutto: qualsiasi cosa sia buona per far male, coni picconi fanno a pezzi le fioriere per strada. Servono pietre per fare tutto a pezzi.
La città è devastata.

Il centro è sotto assedio.

"Qui è successo il finimondo - mi racconta un signore per strada - in trent'anni che abito qui mai vista una cosa del genere". Ora l'uragano è passato. E tutto attorno è rimasta solo questo.

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