Si fa sempre più tesa la situazione a Lampedusa per via dei continui sbarchi che rendono difficile la gestione dell’emergenza. A tutto questo si è aggiunto anche un naufragio nella notte che ha causato delle vittime. È stato un pomeriggio pieno di arrivi quello registrato ieri sull’Isola maggiore delle Pelagie.Dopo alcuni giorni di calma, per via del forte vento di scirocco che ha reso impossibile la traversata del Mediterraneo centrale, ieri ha preso il via una raffica di sbarchi che tutt’ora non accenna a dare tregua. I primi arrivi sono iniziati intorno alle 16 con diversi barchini che trasportavano dai 40 ai 70 migranti per volta. Da lì non si sono più fermati i viaggi della speranza fino alla notte,quando sono arrivati circa 256 migranti. Poi la tragedia: a cinque miglia dalla costa si è ribaltato un barcone con a bordo una sessantina di stranieri. Le motovedette della Capitaneria di porto sono intervenute per i soccorsi riuscendo a portare in salvo 48 persone.
Al momento si contano 7 vittime, fra loro un bambino e una donna in stato di gravidanza avanzato. Le ricerche continuano senza sosta perché secondo la testimonianza dei sopravvissuti ci sarebbero una decina di persone che mancano all’appello. L’arrivo dei migranti continua a mettere in difficoltà la gestione del servizio di accoglienza a Lampedusa. L’hotspot è stracolmo in ogni suo angolo: a fronte di 250 posti disponibili, questa mattina ne ospitava circa 600. Entro il primo pomeriggio si arriverà a quasi quota mille considerando che ci sono circa 250 migranti.
Dopo le operazioni di identificazione da parte delle Forze di polizia e dopo i tamponi laringo faringei per accertare che non ci siano positivi al Covid, si procederà al loro trasferimento dentro la struttura di accoglienza. Ma nel frattempo gli sbarchi non sono terminati. A bordo di piccole imbarcazioni, i migranti continuano ad arrivare e a occupare il molo Favarolo. Gli arrivi creano intasamenti e rallentano le procedure di identificazione senza parlare di quello che questo significhi per l’hotspot di contrada Imbriacola.
La struttura è al collasso. I migranti lì dentro vivono in condizioni precarie. Gli ospiti sono così tanti che non è possibile rispettare le distanze di sicurezza. Sono tutti ammassati fra loro, dormono su dei materassi che, nelle ore di pranzo, si trasformano anche in tavoli sui quali consumare i pasti. In queste giornate in cui le temperature sono infernali, è difficile garantire loro spazi in cui trovare refrigerio. Una condizione non ideale e che non lascia margini ad un miglioramento dal momento che gli sbarchi non si arrestano. Da un lato arrivano migranti dentro l’hotspot, dall’altro si cercano i dispersi in mare e la procura di Agrigento, nel frattempo, ha aperto un fascicolo d’inchiesta per naufragio e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Obiettivo, rintracciare gli scafisti, molto probabilmente tunisini,che avrebbero portato la barca poi naufragata davanti l’Isola.
Sulla drammatica situazione che sta interessando Lampedusa è intervenuto anche il leader della Lega Matteo Salvini: "Siamo già a più del triplo degli sbarchi rispetto all'anno scorso e nell'estate post Covid non è pensabile. Da ministro - ha sottolineato Salvini - ho l'orgoglio di aver dimezzato il numero dei morti. Più gente metti su barchini e barconi e nelle mani degli scafisti, più gente condanni a morte". Poi, il segretario del Carroccio ha lanciato un messaggio al capo del Viminale Luciana Lamorgese: “Il ministro dell'Interno faccia quello che fanno Francia, Spagna, Grecia, Malta, Slovenia, difenda il diritto e la legalità. Non è pensabile un luglio ed un agosto di sbarchi continui per problemi economici, sociali e sanitari". E dopo l’ennesimo naufragio nel Mediterraneo, ecco che le Ong colgono l’occasione per prendere la palla al balzo.
Su Twitter Mediterranea Saving Humans, cavalcando l’onda degli eventi ha scritto: "La notte scorsa un'imbarcazione si è ribaltata a poche miglia dall'isola. Almeno 7 morti e 9 dispersi, mentre 48 persone sono state soccorse. Ancora vittime della politica europea di chiusura delle frontiere".
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