Due terzi dell'Italia sono a secco a causa della siccità e dalle Alpi alla Sicilia nelle chiese si levano le preghiere per la pioggia.
Ma per ricercare le cause della mancanza d'acqua bisognerebbe forse dare un'occhiata ai dati Istat sulle perdite idriche nei capoluoghi italiani. Secondo la classifica pubblicata in occasione della giornata mondiale dell'acqua 2017, appare che il capoluogo di regione con la maggior percentuale di perdite è Potenza, con il 68,% di acqua andata sprecata per l'anno 2015. Segue a ruota Campobasso, dove vanno perduti 67,9 litri su cento.
A Roma perduto il 44,1% dell'acqua
Nella parte alta della classifica anche le due isole, spesso colpite da problemi di siccità: a Cagliari le perdite arrivano al 59,3%, mentre a Palermo si fermano "solo" al 54,6%. Valori sopra il 40% anche a Bari, Catanzaro, Firenze, Trieste e Perugia, mentre a Roma, che ha esportato gli acquedotti in tutto il mondo sin da prima della nascita di Cristo la perdita idrica è calcolata al 44,1%.
Il Nord virtuoso, Milano fa scuola
Molto meglio la situazione al Nord: sul podio dei più virtuosi ci sono Bolzano (26,5%), Aosta (24,5%) e Milano, che stacca di molto la seconda con un lusinghiero (16,7%).
Considerato che il consumo medio di acqua potabile per persona al giorno nei Comuni capoluogo di provincia è di ben 245 litri e che i cambiamenti climatici vedono i livello dei laghi e la portata dei fiumi in calo, viene da domandarsi: ma come è possibile che in una situazione drammatica come quella della siccità odierna si arrivi a ipotizzare il razionamento dell'acqua per un milione e mezzo di romani in una città in cui ne vanno sprecati più di quattro litri su dieci?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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