Nel paese italiano dove la benzina costa 1.36 al litro

A Livigno, grazie a una legge risalente al Regno d’Italia, i cittadini non pagano alcuna accisa allo Stato

Nel paese italiano dove la benzina costa 1.36 al litro

Se l’aumento del costo della benzina costringe ai sacrifici quasi tutti gli italiani, esiste ancora un’isola felice dove è possibile fare il pieno. Si tratta di Livigno, comune della provincia di Sondrio e nota località sciistica.

La cittadina di seimila abitanti, oltre a essere classificata nell’area geografica del Danubio, pur appartenendo a livello amministrativo alla Lombardia, è una delle cosiddette zone doganali, ovvero quelle in cui non si pagano le imposte. Grazie a una legge del 1910, risalente a quando c’era ancora il Regno d’Italia, i suoi cittadini non devono pagare alcuna tassa allo Stato: né l’Iva, né le tanto gravose accise su carburanti, tabacco e alcolici.

Per tale ragione, pur trattandosi di una meta turistica conosciuta in tutto il mondo, non a caso ospiterà insieme a Bormio e Cortina le prossime olimpiadi invernali, a Livigno non si avvertono gli effetti della guerra in Ucraina. Se nel resto dello stivale, benzina e diesel, in media, vanno intorno ai due euro al litro, nel comune lombardo è possibile trovare la prima a 1,36 euro al litro, mentre il secondo addirittura a un 1 euro e venti centesimi al litro.

Tanti, quindi, i cittadini dei paesi limitrofi, che nelle ultime ore, si starebbero recando presso i dodici distributori della cittadina sulla riva dell’Acqua Grande per riempire il serbatoio. Si parla addirittura di file che possono durare ore.

Il caso Livigno, inoltre, non manca di alimentare il dibattito sul carovita, essendo diventato il comune simbolo di come gli italiani trascorrerebbero un’esistenza più semplice se non ci fossero le accise. Diversi gli esponenti del centrodestra, compreso lo stesso Matteo Salvini, che negli anni passati, lo hanno utilizzato come modello per la battaglia contro le tasse. Un discorso, fino a quando non era scoppiato il conflitto in Europa orientale, però, finito sempre nel dimenticatoio.

Considerando gli annunciati scioperi degli autotrasportatori, i continui disservizi legati ai rincari e soprattutto i disagi avvertiti da famiglie che non possono trovarsi il portafoglio vuoto per lavorare, il caso Livigno non solo potrebbe tornare presto di attualità, ma diventare l’epicentro di una nuova protesta che parte dal basso.

Tantissime le immagini condivise sui social relative ai prezzi dei distributori nei pressi delle note stazioni

sciistiche, che nulla hanno a che vedere con quanto accade in altre apprezzate località del paese. Basti pensare a Ischia, dove addirittura il diesel va a un euro e sessanta al litro, ovvero oltre un euro in più rispetto a Livigno.

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