Professionisti del furto, organizzati in maniera quasi militare. Cambiavano le targhe all'auto più volte durante la notte, avevano smerigliatrici portatili, piedi di porco, arnesi da scasso, martelli e tutto quello che gli occorreva per difendersi. La loro fortuna? Essere rom, il potersi muovere ogni settimana senza destare sospetti e così cambiare spesso il luogo dove compiere i furti.
Sono tre i nomadi arrestati a Jesolo dalla polizia, che ha dovuto faticare non poco per coglierli sul fatto.
Riuscivano a tornare alla base senza nemmeno il bisogno di portarsi addosso la refurtiva, né gli arnesi da scasso. Il loro modus operandi era studiato nei particolari: il primo step prevedeva una prima sosta per cambiare la targa dell'auto, poi una seconda fermata al deposito degli attrezzi (nascosto tra i campi di pannocchie), dove trovavano magliette diverse per cambiarsi e marsupi da attaccare agli splip capaci di contenere oro e denaro. Infine, sceglievano dal deposito quale arnesi da scasso prendere. Portavano con sé solo quelli necessari, così da evitare di avere addosso materiale inutile durante un'eventuale fuga.
Con le ricetrasmittenti e le torce fissate sulle spalle, i tre rom entrvano indisturbati nelle case dei cittadini veneti. La loro Seat Leon usata per fuggire era poi a prova di carabinieri: subito dopo il colpo, infatti, i rom provvedevano ad un nuovo cambio della targa. Non solo. Perché il colore dell'auto nel corso dei vari mesi era stato anche cambiato più volte. Inoltre, i fondi dell'auto erano stati modificati in modo da evitare che la polizia potesse introdurre cimici spia nell'abitacolo.
Terminati i raid, i tre rom si dirigevano verso un altro
luogo in aperta campagna, dove lasciavano la refurtiva appesa ad un albero per tornare il giorno successivo a prenderla. E così rientravano nella casa sorvegliata da moglie e figli. Impuniti, fino a ieri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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