Loris, la madre fermata per omicidio

Ricostruita nel dettaglio la mattinata trascorsa dalla madre della piccola vittima. La donna ascoltata per ore dai magistrati: troppe le contraddizioni, la sua versione non regge. Ora è in stato di fermo per omicidio aggravato e occultamento di cadavere

Loris, la madre fermata per omicidio

Per sei ore è stata torchiata dai magistrati poi, poco dopo la mezzanotte, è arrivato lo stato di fermo per omicidio. Il cerchio si è stretto su Veronica Panarello. Sarebbe stata lei a uccidere il piccolo Andrea Loris Stival: avrebbe agito da sola e non, come era stato ventilato nelle ultime ore, con l'aiuto di un complice. "Se è stata lei - ha commentato David Stival, marito di Veronica - mi cade il mondo addosso". Secondo fonti vicine alla procura di Ragusa, Veronica trascorrerà la notte in Questura e domani sarà interrogata dal gip per la convalida del fermo.

Il bambino, che frequentava la terza elementare all’istituto "Falcone e Borsellino" di Santa Croce Camerina, scompare la mattina di sabato 29 novembre. Il suo corpicino viene ritrovato senza vita alle cinque del pomeriggio in un canalone di scolo. È senza slip e con i pantaloni slacciati. Anche se da un primo esame autoptico, sembra non avere subito abusi sessuali. La morte, secondo l’autopsia, è avvenuta per strangolamento con una fascetta di plastica. A lanciare l’allarme della scomparsa del figlio è la giovanissima madre, 25 anni appena. Che, però, fornisce diverse versioni degli ultimi spostamenti con il figlio. Da qui i "buchi neri". A fare ritrovare il corpicino è Orazio Fidone, 65enne ex impiegato dell’Enel e cacciatore per passione. L’uomo è l’unico iscritto, "come atto dovuto", nel registro degli indagati con l’accusa di sequestro di persona e omicidio volontario. A smentire le versioni della madre del bambino sono le telecamere piazzate nel piccolo comune del Ragusano.

Inquirenti e investigatori hanno ricostruito nel dettaglio la mattinata trascorsa dalla madre della piccola vittima. Sebbene non abbia confessato, a Veronica è stato notificato dai pm di Ragusa lo stato di fermo per "gravi indizi di colpevolezza". Due i reati che le contestano: omicidio aggravato e occultamento del cadavere. Le troppe incongruenze nella sua versione dei fatti hanno portato gli inquirenti a stringere il cerchio attorno alla donna. Anche l'analisi dei tabulati telefonici avrebbe fatto propendere per questa pista: nei 36 minuti tra le 8.49 e le 9.25 del mattino di sabato 29 novembre, in cui secondo gli investigatori e gli inquirenti la giovane madre sarebbe rimasta sola in casa con il figlio Loris, quest’ultima avrebbe ricevuto una sola telefonata dal marito.

Viene, invece, a cadere una delle piste ipotizzate nelle ultime ore. Gli inquirenti avevano, infatti, preso in considerazione anche la possibilità che altre persone fossero coinvolte nell'omicidio. In paese, infatti, non erano passati inosservati i post sulla bacheca Facebook di una prozia di Loris che il giorno dopo il delitto aveva scritto "Questa non è la famiglia del Mulino Bianco". La signora, poi, dopo aver invocato un "Bastardi costituitevi!", aveva anche scritto come in un gioco di parole "InFausto pensiero...". L'interrogatorio di Veronica avrebbe, tuttavia, portato a escludere la possibilità di un secondo assassino.

A nove giorni dal ritrovamento del corpo senza vita del piccolo Loris, non si trova ancora lo zainetto del bimbo.

Per il secondo giorno consecutivo, poi, gli elicotteri si sono alzati in volo per perlustrare le campagne attorno al paese e nel tragitto fino al castello di Donnafugata, dove Veronica è andata dopo esser uscita di casa.

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