E' il 23 febbraio 2019 e, prima di commettere l'omicidio, Said Mechaquat passeggia in Piazza Vittorio, poi si sposta verso l'incrocio tra via Napione e Corso San Maurizio. Poco più avanti, lungo il Po, l'uomo accoltella alla gola il 33enne Stefano Leo. Questa la ricostruzione degli attimi prima del delitto, ricostruiti attraverso le immagini acquisite dai carabinieri di Torino. Come riporta La Stampa, nel filmato viene mostrata anche la fuga dell'uomo, che corre con una busta in mano per poi scomparire fino al primo aprile, giorno in cui si costituirà ai carabinieri.
I dubbi sul movente
Perchè quel giorno si è recato proprio ai Murazzi? È solo una coincidenza che l'ex compagna di Said e il suo partner abitino a pochi metri dal luogo del delitto? Punti cui si starebbe cercando di fare chiarezza. Gli inquirenti stanno approfondendo. "Non ci acquietiamo della verità che c'è stata detta dal confesso.
La novità che non si era colta prima è che lui dice che si era allontanato a piedi, e questo si vedeva da un filmato di una telecamera sulla strada, ma ha aggiunto che, dopo essersi allontanato a piedi dal Lungo Po, in una via parallela è salito su un tram e verificando le immagini di una piazza lì vicino abbiamo visto passare quel tipo di tram, quella linea", aveva detto nelle scorse ore ai microfoni di Skytg24 il procuratore vicario di Torino, Paolo Borgna.
Il video della fuga
Un arrivo quello di Said in piazza Vittorio, nella zona dei Murazzi, e una fuga, prima e dopo il delitto, documentati da un video diffuso dai carabinieri. Il 27enne Said, italiano di origine marocchina, negli interrogatori di domenica sarebbe apparso lucido e apparentemente tranquillo. Ma a quello di convalida del fermo, invece, avrebbe mostrato qualche momento di nervosismo. Con il 27enne all'udienza di convalida c'era il suo legale Basilio Foti. L'intenzione dell'avvocato Foti, che sottolinea il "vissuto travagliato" del suo assistito, è quella di chiedere una perizia psichiatrica "quando il momento sarà opportuno".
Oggi il 27enne marocchino si è avvalso della facoltà di non rispondere, confermando il movente raccontato ai carabinieri.
Dinanzi ai pm e al gip Silvia Carosio, il ragazzo ha ribadito di avere ucciso a caso, scegliendo la vittima perchè era felice. Una versione che non convince del tutto gli inquirenti, che continuano a scavare nella vita del giovane marocchino, giunto in Italia all'età di sei anni.
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