L'ultima della Raggi: soldi alle famiglie romane che ospitano i rom

Doveva essere il primo campo della Capitale ad essere sgomberato e invece il Camping River di via della Tenuta Piccirilli, nel XV Municipio, si è trasformato nell’ennesimo insediamento abusivo. Da mesi il Campidoglio cerca di trovare il bandolo della matassa per tenere fede alle promesse della giunta: ricollocare i rom e liberare l’area dalle baracche. Ma ormai l’accampamento è diventato terra di nessuno.

Ieri gli agenti della Polizia Locale hanno tentato lo sgombero dei moduli abitativi occupati abusivamente da centinaia di rom. Ma durante le operazioni di censimento e verifica gli ospiti si sono barricati nelle roulotte con catene e lucchetti e hanno impedito l’accesso agli agenti. Dopo un faccia a faccia tra vigili e occupanti i caschi bianchi sono riusciti ad entrare nel campo almeno per censire i nomadi.

Così ora la giunta Raggi prova a giocarsi un’altra carta. Quella “dell’ospitalità temporanea presso terzi privati”. Ovverosia la possibilità per le famiglie romane di rendersi disponibili per ospitare i nomadi che sceglieranno di lasciare il Camping River a fronte di un contributo economico.

Stando a quanto scrive Mauro Evangelisti su Il Messaggero, il provvedimento sarebbe stato già fissato in una delibera di Palazzo Senatorio dello scorso 17 aprile. A beneficiare dell’ospitalità dei romani, secondo il quotidiano di via del Tritone, potrebbero essere “persone singole o piccoli nuclei, in condizioni di particolare fragilità e disagio accertate dal servizio sociale di Roma Capitale”. Dal Comune di Roma, inoltre, sarebbero pronti ad estendere il piano anche agli altri accampamenti della città, come quello de La Barbuta o della Monachina.

Nel frattempo, il braccio di ferro con gli occupanti abusivi del Camping River continua.

Il Campidoglio ha dato tempo fino al 15 giugno per lasciare i moduli abitativi. Ma senza un’alternativa concreta nessuno vuole saperne di abbandonare le roulotte. E lo sgombero dell'insediamento appare sempre più lontano.