Madre di un disabile costretta ad andare a scuola per portarlo in bagno

Dopo le vacanze di Natale, l'istituto ha comunicato alla famiglia che non era più possibile avere l'assistenza necessaria

Madre di un disabile costretta ad andare a scuola per portarlo in bagno

"Posso piegarmi alla volontà di Dio di avere un figlio disabile, ma non mi posso piegare alla volontà di un gruppetto di persone che se ne fregano dei disabili. La burocrazia non può impedire a tanti ragazzi di andare a scuola", è disperata Nadia Melluso, la madre di Manuel, un ragazzo disabile di 18 anni.

Manuel ha bisogno di aiuto per muoversi, mangiare e andare in bagno. Ma nell'istituto "Pio La Torre" di Palermo, dove il ragazzo va a scuola, non ci sono più gli assistenti che dovrebbero occuparsi di lui perché la regione Sicilia non ha più i soldi per poterli pagare. E gli insegnanti di sostegno non possono, per legge, svolgere questo tipo di assistenza.

A causa di questa carenza è proprio la sua mamma a doversi occupare di lui anche quando il 18enne si trova a scuola. Nadia è infatti costretta a recarsi all'istituto durante la ricreazione per accompagnare il figlio disabile in bagno, per farlo muovere, per dargli la merendina.

"Sono stanca - racconta la mamma all'Adnkronos - La burocrazia non può impedire a tanti ragazzi di andare a scuola. Questa situazione è un vero disastro e io sono stanca perché non sento le istituzioni vicine".

Il problema non riguarda soltanto Manuel, ma tanti giovani studenti affetti da disabilità, fisica e mentale, della provincia di Palermo. Qualcuno di loro arriva anche da fuori Palermo, da Bolognetta, ad esempio, dove c'è una casa famiglia che ospita molti portatori di handicap. E la scuola è il loro unico svago. Ma da quando sono finite le vacanze natalizie, il pulmino non porta più i bambini a scuola.

"Già per tre volte quest'anno le famiglie sono state costrette a tenere per lunghi periodi i figli a casa perché sono mancati gli assistenti personali o il trasporto - racconta una insegnante di sostegno del "Pio La Torre" - Alcuni genitori sono venuti materialmente a scuola, prendendosi ore di permesso da lavoro, all'ora della ricreazione, per dar da mangiare ai figli e aiutarli ad andare in bagno, pulirli eccetera".

Nel caso dei ragazzi in sedia a rotelle il risultato è stato invece l'assenza per settimane, come per quelli provenienti da case famiglia situate a molti chilometri di distanza. "Queste interruzioni dei servizi - lamenta ancora Nadia Melluso, la madre di Manuel - ci costringono a ovviare a questo problema andando personalmente a scuola per accompagnare nostro figlio in bagno tutte le volte che l'insegnante ci chiama e far svolgere il momento della ricreazione aiutandolo a far merenda, altrimenti l'unica alternativa è tenerci nostro figlio a casa, negando così il suo diritto allo studio".

"Il professore di sostegno di nostro figlio - continua Nadia Melluso - non è abilitato e autorizzato, per legge, a svolgere i suddetti compiti.

Quindi immaginate quali siano i disagi che ogni anno e più volte l'anno devono subire le famiglie degli alunni disabili ogni qual volta questi servizi vengono interrotti pur avendone diritto per la famosa legge 104".

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