Un magistrato entra in una zona del Tribunale senza badge, un militare - facendo semplicemente il suo dovere - gli chiede i documenti per identificarlo, il pm si innervosisce e lo manda caldamente a quel paese. "Ma vaffanculo", è l'offesa rivolta dal pubblico ministero all'appuntato. Un insulto che il carabiniere ha ritenuto di dover denunciare alla procura della Repubblica. E che i pm non hanno mancato di archiviare, salvando il collega dal processo.
L'insulto del magistrato al carabiniere
È questa la sintesi della vicenda che ha investito la procura di Palermo e un appuntato del reparto scorte della città siciliana. Ma facciamo un passo indietro. È dicembre 2015 quando il giudice in questione entra nell'area blindata della Direzione Distrettuale Antimafia senza usare il badge. L'appuntato, non conoscendo di vista il pm, non poteva chiudere un occhio. E così ha chiesto più volte i documenti alla toga, evidentemente infastidita da tanta insistenza. Dopo aver rifiutatato l'identificazione, ha infatti apostrofato il carabiniere, dicendo: "Vaffanculo".
La vicenda, come scrive il sito di informazione su sicurezza, difesa e giustizia grnet.it, sarebbe stata confermata da altri tre carabinieri presenti al momento dell'insulto e anche dal pm stesso nella relazione di servizio.
Ma non è bastato. La procura di Caltanissetta cui è stato inviato il fascicolo, infatti, ha deciso che non è possibile punire il pubblico ministero, chiedendo l'archiviazione del caso.
Il motivo? Il militare avrebbe sbagliato a insistere nel chiedere i documenti "quando appariva ormai chiaro che si trattava di un magistrato e quando lo aveva certamente valutato come un soggetto inoffensivo dal punto di vista della sicurezza del magistrato da lui protetto".Insomma: i pm ce l'hanno scritto in faccia che sono magistrati e possono così mandare a quel paese un carabiniere. Senza rischiare di essere puniti.
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