"Sono persone che hanno il cuore arido, e un cuore arido difficilmente riesce a mettersi nei panni altrui: dire che una mamma lucra sulla morte di un figlio...". Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, a In Mezz’ora su Rai3 parla in merito agli striscioni apparsi sabato nel corso di Roma-Napoli.
"Andiamo in lungo e in largo per l’Italia, non abbiamo mai recepito stipendio o retribuzione, neanche le spese della macchina, a noi nessuno ci paga. E il libro è più un’intervista di cui siamo stati tutti partecipi, io in primis: parlando di Ciro parlo di tutti i figli, Ciro Esposito è stato ucciso non in una rissa ma cercando di mettere in salvo un autobus, aveva lo zainetto sulle spalle, non era in assetto di guerra. Seguiva calcio dai 16-17 anni, tante trasferte, mai tornato a casa con un livido o un graffio o un Daspo. Proventi? Quei pochi racimolati li abbiamo devoluti tutti a Ciro vive. Ci autofinanziamo, andiamo gratuitamente nelle scuole, nelle scuole-calcio, abbiamo fatto seminari, eventi".
La signora Esposito poi assicura: "La mia paura non è materiale, di essere uccisa, ma di subire violenze verbali. Io sono attaccata anche su facebook: mi mandano insulti anche sulla email dell’associazione, è una cosa molto grave, è violenza psicologica. Stare qui davanti a una telecamera per me è un trauma, non ci sono abituata, ma l’ho fatto perché si era messa su la macchina del fango, volevano infangare mio figlio. Questa macchina del fango continua ad andare avanti, ora vogliono farlo con me e la mia famiglia. Non ho mai creato opportunità di poter dare adito alle tifoserie opposte di scatenarsi così contro di me, si è detto che ho istigato la tifoseria dicendo che la Roma non mi aveva invitato, ma non è così. Anche il Napoli non mi ha invitato per Napoli-Roma, né io ci tengo, se voglio vedermi la partita mi compro il biglietto. Io non ho insinuato niente, non sono simpatica a tutti i tifosi, anche napoletani".
Infine: "Onore alla signora De Falchi, la morte di mio figlio ha un significato, io non posso stare chiusa a piangere,
dal mio volto si vede che lo piango ogni giorno e lo piangerò sempre, ma ho sposato una causa. Noi siamo una scintilla da cui speriamo possa divampare un incendio, ma senza l’appoggio della società non possiamo fare nulla".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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