San Gennaro "gela" Napoli. Il sangue non si scioglie

Attenzione a etichettare i napoletani col miracolo del sangue. Ne risulterebbe un'immagine sbagliata, senz'altro incompleta

San Gennaro "gela" Napoli. Il sangue non si scioglie

Attenzione a etichettare i napoletani col miracolo del sangue. Ne risulterebbe un'immagine sbagliata, senz'altro incompleta. E non perché nella realtà diffusa della popolazione, a tutti i livelli sociali e anche culturali, il miracolo sia poco o affatto sentito, in contrasto con la narrazione dei media. Tutt'altro. La mente napoletana è tanto affinata che riesce a credere al miracolo del sangue, avendo però piena consapevolezza di sé. Il napoletano riesce a credere e a percepire se stesso credente. Sa bene che si tratta di un miracolo. Sa bene che le cose non gli andranno bene o male in dipendenza dello scioglimento. Eppure si concede il lusso, sopraffino e ineffabile, di crederlo. La cultura napoletana può credere, senza essere mai ingenua e tanto meno semplice. Tiene aperte le due dimensioni, quella della concretezza e quella della credenza, che non diventa mai credulità. Laddove tanti si impongono di scegliere se stare dalla parte della fede o dalla parte della ragione, il napoletano come un bravo giocoliere lancia in aria entrambe le palline senza farle cadere. Insomma, sangue sì ma senza sottovalutare i napoletani, che non è mai conveniente, come sa chi ha ritenuto di poterli trattare con sufficienza.

La giornata di oggi apre però ad altre considerazioni. A cominciare dall'impreparazione con cui le autorità ecclesiastiche sono arrivate all'appuntamento. Il miracolo, anzi il prodigio, in genere si compie, d'accordo. Ma potrebbe anche non farlo. È accaduto in passato e diciamolo: se non ci fosse l'ipotesi del mancato scioglimento non ci sarebbe neanche il prodigio. Dunque, una curia professionale dovrebbe avere una versione da servire, nel caso malaugurato che un piano B, insomma. I fedeli dovrebbero esigerlo. Mostrami il prodigio e, in mancanza, dammi almeno una spiegazione, una chiave interpretativa. Volendo ragionare in termini religiosi, il cattolicesimo si fonda proprio sul ruolo di tramite del clero, tra il fedele che ci mette la sua credenza e l'incomprensibile, il sovrannaturale. Il clero spiega, rende accettabili le miserie terrene. Se non lo fa, allora tanto vale seguire Lutero e interpretarsi le scritture ognuno per sé, senza intermediazione ecclesiastica. No, mi dispiace ma la giornata di oggi mette sul banco il cardinale Sepe. Non è accettabile che si dica preoccupato per il mancato prodigio. La preoccupazione è dei fedeli. Lui è quello della rassicurazione, che non può essere un generico San Gennaro non farà mai mancare il suo sostegno alla città di Napoli. Eh, no. Fin qui siamo capaci tutti.

Venendo al sangue, bisogna ammettere che ci sta, nell'annus horribilis, che resti solido. Se si fosse sciolto, pure il credente, essendo comunque napoletano, il dubbio se lo sarebbe posto: ma il santo ha capito che stiamo passando o s'è distratto? Poi l'osservatore attento noterebbe che la pandemia è iniziata a marzo e il prodigio s'è regolarmente ripetuto sia il 2 maggio sia il 19 settembre. Di nuovo, a Napoli è opportuno un approccio meno rigido. Da un lato il 2020 è il 2020 e l'importante è che il segnale arrivi. Dall'altro, dobbiamo considerare che a maggio e a settembre a Napoli il Covid ancora non era davvero arrivato e Maradona era vivo. Il vero dramma sanitario, socio-economico e sportivo è scoppiato dopo, in tutta la sua crudezza.

In conclusione, questo colpo-a-vuoto non

indebolirà la fede dei napoletani nel loro santo, anzi. Sarà proprio questo a rinvigorire una suspense che altrimenti avrebbe potuto diventare routine. In chiave marketing, una battuta d'arresto era assolutamente necessaria.

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