Era il 1986 quando le forze dell'ordine capirono che Narciso Manenti, uno dei 50 delinquenti che il ministro Matteo Salvini vorrebbe riconsegnati all'Italia, era fuggito in Francia, dove aveva sposato una studentessa. Ma, per poter lavorare, l'uomo aveva bisogno del diploma, conseguito all'Istituto Quarenghi di Bergamo: fu grazie a quella richiesta se si scoprì che Manenti, condannato due anni prima all'ergastolo, per omicidio di un appuntato dei carabinieri, era a Parigi.
L'anno dopo, la Francia negò l'estradizione del criminale. Ma ora, la procura di Bergamo ha spiccato un nuovo mandato di arresto europeo e sta fornendo all'Interpol tutti i documenti necessari a provare la colpevolezza dell'uomo che nel 1984 venne condannato in via definitiva all'ergastolo.
L'omicidio e la condanna di Manenti
Narciso Manenti venne accusato dell'omicidio di Giuseppe Guerrieri, 50 anni, carabiniere. Era il 13 marzo del 1979 quando, dopo un turno di lavoro, Guerrieri aveva dovuto accompagnare il figlio Mauro, 10 anni, dal dottore. Improvvisamente, nell'ambulatorio medico piombarono due uomini, armati di pistola. Il carabiniere, disarmato, cerco di fermare i malviventi, ma uno di loro sparò 5 colpi, 3 dei quali lo uccisero, sotto gli occhi del suo bambino. L'azione era stata messa in atto da un "Gruppo proletario", facente parte dei Nuclei armati per il contropotere territoriale, per "colpire" il dottore, allora anche direttore sanitario del carcere.
Il 6 febbraio del 1983 la Corte d'Assise di Bergamo condanno Manenti e l'anno dopo rifiutò il ricorso della difesa, rendendo definitiva la sentenza di colpevolezza, come ricorda il Corriere della Sera.
La richiesta di estradizione
Per eseguire la sentenza, però, si sarebbe dovuto cercare l'omicida, scomparso. Così, dopo anni di ricerche, gli inquirenti scoprirono che Manenti era fuggito in Francia e presentarono richiesta di estradizione. La difesa, però, sostenne che la richiesta di estradizione avesse una finalità politica e fece notare che il processo in Italia si era tenuto senza che l'imputato fosse presente. La procedura, regolare in Italia, è contraria al'ordinamento francese.
Così l'Italia, nel 1987, si è vista rispondere picche dal governo francese e Manenti, 40 anni dopo aver ucciso Giuseppe Guerrieri, è ancora in Francia.Ma ora, dopo la nuova richiesta di arresto europeo spiccata dalla procura di Bergamo, anche la Lega annuncia una mozione alla Camera, per chiedere, ancora una volta, l'estradizione di Manenti.
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