È il retropalco oscuro della democrazia. Politici, vip personaggi di cui ancora ignoriamo il nome sono entrati nel mirino di un ufficiale delle Fiamme gialle - solo lui? - che spulciava freneticamente le banche dati, raccoglieva informazioni succulente su conti correnti, attività economiche e altro ancora, costruiva dossier potenzialmente devastanti nella cornice apparente della legalità e, anzi, della lotta alla criminalità.
Il dossieraggio è pratica antica, ahimè a lungo consueta nelle nostre istituzioni, ma quel che più inquieta a quanto pare ancora attuale.
Leggiamo che le spiate avrebbero riguardato, fra i molti altri, i movimenti bancari di Matteo Renzi, gli affari sospetti del compagno di Rocco Casalino, spin doctor dell'allora premier Giuseppe Conte, sfregiato da una vicenda finita sui giornali già tre anni fa - era la stessa centrale tossica appena scoperchiata - e finita poi in una bolla di sapone dopo tanto clamore, Matteo Salvini e Conte. Oltre, naturalmente, a Guido Crosetto, le cui attività professionali erano planate sui quotidiani nei giorni delicatissimi di fine ottobre in cui il governo muoveva i primi passi, e che con la sua denuncia ha messo in moto l'inchiesta ora a Perugia.
Scopriamo anche che l'ufficiale, - al singolare o al plurale? - in servizio alla Direzione nazionale antimafia, aveva pure grande libertà di movimento, esplorava quella miniera inesauribile costituita dagli alert, tecnicamente Sos, della Banca d'Italia e, nell'ambito di report commissionati dai magistrati sull'espansione di famiglie mafiose, entrava dove si dovrebbe bussare, assemblava mozziconi di informazioni, si impadroniva - se è vero quello che sta emergendo - di modelli 740, dati patrimoniali e chi più ne ha più ne metta, preparando piatti avvelenati che, in un modo o nell'altro, condizionavano o avrebbero potuto condizionare la vita del nostro Paese.
Non si tratta di lanciare una caccia alle streghe o di fantasticare su fantomatici complotti, ma dobbiamo riconoscere che c'è sempre qualcuno pronto a sfruttare e orientare queste carte, messe insieme evidentemente per manipolare la democrazia.
Non sappiamo ancora se tutto questo sia avvenuto principalmente per denaro o se dietro le quinte ci sia un nocciolo di interessi e potentati di varia natura che voleva pilotare di qua e di là il Palazzo o regolare conti.
Sappiamo però che negli anni della Guerra fredda certe odiose incursioni dei Servizi, e non solo degli 007, trovavano una copertura nella difesa dello Stato dall'aggressione di potenze straniere e nemiche, oggi questo schema vintage non funziona più.
Sarà bene rivedere i
criteri, come meritoriamente ha già fatto proprio la Dna, con cui investigatori spregiudicati intorbidano le acque nell'acquario del potere. E vigilare per sconfiggere tentazioni che purtroppo non appartengono solo al passato.
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