Sono solo canzonette (le canzoni) e sono solo battutine (i monologhi di un quarto d'ora di Teresa Mannino) e quindi siate leggeri, fatevi una risata, non c'è da prendersela quando una comica non è precisa come uno scienziato, non c'è da essere seri se ha detto una castroneria dietro l'altra, se ha seguito un prevedibile copione conformista che include (...)
(...) donna-vittima, uomo-patriarca, genere umano cattivo-inquinatore, animali buoni-ecologici eccetera: lei è una comica, che cosa c'entra se lo era anche Grillo? Che cosa c'entra che la satira ha sostituito gli intellettuali?
L'hanno vista in qualche milione, conta questo, rilàssati, non essere pesante. Va bene, ha parlato di inquinamento e di «uomo bianco, ricco e occidentale», anche se i massimi inquinatori sono cinesi e indiani (tre miliardi di persone) che tanto bianchi e occidentali non sono, capirai, e va bene, ha detto pure che «ragioniamo come 2.500 anni fa» e tu dici che il nostro cervello in realtà non è cambiato negli ultimi 50mila, che l'hardware è lo stesso, e che una bambina del tardo Paleolitico, se la portassimo al nostro tempo crescendola tra noi, avrebbe le stesse possibilità di laurearsi in astrofisica di un contemporaneo, bla bla: chi se ne frega, stiamo parlando della Mannino, mica l'astrofisica, è una comica, è Sanremo, ti è chiaro?
Sì, lo so, è stata lei a citare le accidenti di «formiche tagliafoglie»: avrà letto quel libro pubblicato da Adelphi tre anni fa, ne ha parlato come se ci fossero in Sicilia quando invece vivono solo in Messico e nel Texas, e sì, ha chiamato «figlie» le api operaie, perché è più carino, ha detto pure che queste formiche «fanno agricoltura da 50 milioni di anni e non hanno rovinato niente», mentre «noi da 10 milioni e abbiamo sfinito il pianeta»: ma insomma, non poteva dire che queste bestie hanno distrutto mezza America del Sud, che le formiche anziane lavorano nelle loro discariche dove vengono abbandonate quando muoiono, tipo «caro, per favore, porta giù la spazzatura e tuo padre»: è Sanremo.
Vero, sì, la Mannino ha liquidato l'epocale «caso John Travolta» dicendo che l'Italia è una colonia americana e che «Travolta fa quello che vuole e noi dobbiamo stare zitti», perché «siamo sudditi», e questa cosa l'hanno amplificata tv e giornali come se avesse parlato un ministro, anzi di più: e allora? Funziona così, è lo zeitgeist, lo spirito dell'epoca: la Mannino è una comica, è naturale che avrebbe cercato appigli anche nella cattiva aria che tira contro i maschi, sì, certo, ha detto che i maschi delle formiche «si accoppiano e dopo muoiono perché non servono più, ma quanto sono avanti», ovvio che non avrebbe potuto dire il contrario, mettiti il cuore in pace, lo so che la natura non è buonista come dice la Mannino, che il 50 per cento delle copule di oche e anatre e oche sono degli stupri, e che ci sono maschi che uccidono la femmina durante il coito, per non parlare dei mammiferi che divorano i cuccioli per fame o per chissà che altro, ora non m'importa:
era-un-monologo-della-Mannino, non un trattato di etologia, doveva solo funzionare, e infatti: pare che l'amministratore della Rai, come si chiama, Roberto Sergio, le abbia già promesso un programma. Manca solo una firma da Washington.
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