Quella di Mario Giordano è da sempre una voce fuori dal coro, sia quando conduce il programma su Rete4 sia quando esprime il suo pensiero sulla carta stampata. E lo fa sempre con la stessa forza e lo stesso impeto, tanto che sembra di sentirne la voce anche leggendo la lettera che il giornalista ha scritto a Domenico Arcuri e che è stata pubblicata su La Verità. Mario Giordano prende di petto il commissario senza troppi giri di parole e chiede risposte alle domande che sono un po' quelle di tutti gli italiani, desiderosi di sapere come si è preparata l'Italia all'arrivo della famigerata secoda ondata, paventata fin da maggio e ormai diventata realtà.
"Caro commissario Arcuri, lei non mi risponde, perché preferisce esibirsi nei salottini amici, ma io insisto. Non riesco a darmi pace", esordisce Mario Giordano che non bada ai convenevoli e incalza Domenico Arcuri su tutte le mancanze e le inadempienze registrate finora: "Passi che non restituisce i soldi dello stipendio che secondo la Corte dei conti avrebbe preso in più rispetto al dovuto e che avrebbe già dovuto ridarci indietro a luglio. Passi che appena nominato non è riuscito a procurarci in tempo nulla di quello che ci serviva, né camici per medici né respiratori. Passi che abbia fatto partire la gara per i test rapidi a fine settembre". Ma non è finita qui, perché Mario Giordano è un fiume in piena nella sua lettera, in cui prima di sferrare il colpo ferale continua ad elencare tutto ciò che il commissario non ha portato a termine da quando è in carica: "Passi che aveva promesso che le mascherine sarebbero state prodotte tutte in Italia e invece continuiamo a importarle dalla Cina, e pure senza il marchio di sicurezza della Ue. E passi perfino che i famosi banchi che dovevano essere tutti in aula l'8 settembre (lo annunciò lei) non ci sono ancora. Glielo confesso: con una buona dose di digestivo, sarei disposto a buttare giù questo malloppo di nefandezze".
Mario Giordano si dice pronto a soprassedere a tutto questo, si dice pronto a voltare pagina ma a una condizione: "A patto che lei la smettesse di raccontare balle sui posti letto in terapia intensiva". Il giornalista punta il dito sulle terapie intensive, vero tallone d'achille del sistema sanitario nazionale durante la prima ondata. Troppo poche e mal equipaggiate per far fronte a un epidemia come quella, per rispondere al fabbisogno di tutti i cittadini bisognosi di assistenza respiratoria. "L' altro giorno ha attaccato le Regioni dicendo di aver distribuito 1.600 ventilatori che non sono stati ancora usati. E ha aggiunto, quasi sotto forma di ricattuccio, ne abbiamo pronti altri, ma non ve li diamo. Tiè tiè tiè", attacca Mario Giordano senza risparmiarsi: "Il fatto è che lei ha una coda di paglia grande quanto la sua prosopopea. È stato nominato commissario unico. Ha centralizzato su di sé tutto".
Il centro del discorso del giornalista sono i piani regionali per le terapie intensive, rimodulati dallo stesso Domenico Arcuri, che ne ha preso il controllo: "Ha fatto partire una gara unica per i lavori negli ospedali (lavori necessari per realizzare terapie intensive definitive e non provvisorie). E ora, che si scopre che siamo in ritardo, non trova di meglio che scaricare tutto sulle Regioni?". Mario Giordano mette il focus sulla promessa di realizzazione, a maggio, di 3.443 nuovi posti nelle terapie intensive, indispensabili per affrontare al meglio la nuova ondata che ci si aspettava in inverno. Peccato che il bando di gara sia stato fatto da Arcuri il 1 ottobre, con l'Italia già avviata alla nuova serie di contagi. "Siamo in un ritardo spaventoso.
E lei non ha nemmeno l'umiltà di chiedere scusa? Vede, caro Arcuri, come tutti i boiardi attaccati al potere lei non conosce il significato della parola responsabilità", chiosa Mario Giordano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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