"Via le mascherine al chiuso". Spunta la data

L'obbligo di indossare le mascherine al chiuso cadrà a metà aprile: lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che ha spiegato anche cosa succederà con il super green pass e i rifugiati ucraini

"Via le mascherine al chiuso". Spunta la data

Il giorno di Pasqua (17 aprile), quest'anno, potrebbe coincidere anche con la tanto agognata fine dell'obbligo delle mascherine anche al chiuso. Lo ha detto chiaramente il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, intervistato dalla trasmissione radiofonica "Un giorno da pecora" su RaiRadio1. "Penso che intorno a Pasqua, a metà aprile" si potranno togliere. Spunta finalmente una data ma soprattutto non dovrebbe realizzarsi quanto aveva preannunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza, sul rinnovo di indossare le mascherine in tutti i luoghi al chiuso che non siano le abitazioni private anche dopo la fine dello stato d'emergenza, il 31 marzo, se non per un paio di settimane.

Addio al super green pass

Incalzato dai conduttori, il tema si è spostato anche sul super green pass, il certificato verde per i vaccinati e i guariti da meno di sei mesi. Per quanto riguarda la sua completa eliminazione, il ministro è favorevole a rimodularlo "in maniera graduale, non dal primo aprile ma nel mese di aprile, con una progressività soprattutto sul lavoro, dove valuterei attentamente un'abolizione prima rispetto al resto". Innanzitutto, l'auspicio del sottosegretario è quella di eliminare subito la distanza tra le persone e riportare una capienza al 100% negli stadi e in presenza negli uffici.

"Pandemia volge al termine"

Insomma, il "termometro" che la pandemia volge verso il termine, oltre ai provvedimenti sulle mascherine, è dato dalle terapie intensive sempre meno piene di pazienti. "Se continua così arriveremo a fine mese con meno di 200 o massimo 250 persone in terapia intensiva, così da poter riprendere la normale attività di prestazioni negli ospedali", ha aggiunto Sileri. Per quanto riguarda i booster, ad oggi bisogna somministrarne "circa un terzo delle terze dosi, va molto meglio di quel che pensavamo. Dobbiamo proseguire su questa strada per garantire la sicurezza in futuro".

Cosa succede con i rifugiati

La situazione che si sta venendo a creare, con migliaia di profughi ucraini diretti nel nostro Paese, mette in luce il problema Covid: come si potranno controllare? "Lo status di rifugiato consente l'accesso alla nostra sanità, oggi o domani uscirà la circolare nostro ministero, verranno fatte tutte le procedure, compreso il tampone per chi arriva e verrà offerta loro la possibilità di vaccinazione", ha specificato Sileri a Rai Radio1.

In quanto rifugiati, per loro non sarà obbligatorio il super green pass: si cercherà di vaccinare chi ancora non lo è stato per evitare il diffondersi di varianti o una recrudescenza della pandemia come temuto dal prof. Matteo Bassetti. Alla precisa domanda se potranno salire su treni o bus, Sileri ha concluso che "si procederà ad un controllo mediante tampone".

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